Forse non tutti sanno che dal 2006 i riconoscimenti europei dop, igp e stg ai prodotti agroalimentari di eccellenza sono attribuibili anche a prodotti extra Ue, purché rispondano ai requisiti richiesti e si dotino di relativi disciplinari di produzione. Finora, fuori d’Europa, è stata riconosciuta l’Indicazione geografica protetta (igp) nel 2008 unicamente al café de Columbia. Lo scorso novembre è stato iscritto nei registri comunitari delle dop, igp e stg il primo prodotto cinese: la pasta alimentare Longkou Fen Si, costituita da piccoli spaghetti di amido secco ricavato da fagiolini verdi e piselli, ossia vermicelli di spessore uniforme, morbidi ed elastici, che non s’incollano, bianchi translucidi dal sapore puro, senza aromi. Altri nove prodotti cinesi, poi, sono in attesa di registrazione comunitaria dallo scorso settembre: per le dop in pole position sono il pomelo Guanxi Mi You, il tubero Lixian Ma Shan Yao, il tè verde Longjing Cha, la mela Shaanxi Ping Guo, mentre per l’igp c’è l’aceto di riso fermentato Zhenjiang Xiang Cu. In arrivo sono anche tre prodotti ortofrutticoli/cerealicoli e uno della classe pesci, molluschi e crostacei.
Ed è in lista d’attesa anche il Khao Hom Mali Thung Kula Rong-Hai un prodotto dalla Thailandia, per l’igp nella categoria ortofrutta
I produttori comunitari si attendono ora che quest’apertura alle produzioni cinesi di qualità possa portare a una reciprocità garantendo maggiori tutele ai prodotti comunitari in Cina. E, a livello ancora più globale, si tratta di far recepire il sistema delle denominazioni di origine in sede Wto-World Trade Organization per ottenere un riconoscimento esteso a livello globale dei suoi marchi di garanzia.
Arrivano i cinesi dop e igp
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