Dopo Star, Carapelli, Bertolli e Sasso, un altro brand storico del made in Italy attraversa il mar Tirreno ed emigra in Spagna: il 14 gennaio è stato ufficializzato l’accordo di cessione del salumificio Cesare Fiorucci alla spagnola Campofrio Food Group, il gigante mondiale dei salumi e delle carni di suino (oltre 1,8 miliardi di euro di fatturato) nato nel 2008 dalla fusione tra la spagnola Campofrio e l’americana Group Smithfield Holdings. Il controvalore dell’accordo proposto – secondo una nota aziendale – è di 45 milioni di euro e tiene conto anche di un debito finanziario netto di Cesare Fiorucci di 126 milioni di euro (a fine dicembre 2010), raggiungendo quindi la cifra di 170 milioni tra contanti e assunzione del debito netto. L’intera operazione dovrebbe essere finalizzata in aprile, ed è subordinata, tra l’altro, all’approvazione da parte delle autorità antitrust competenti a livello comunitario. Il 65% del capitale di Fiorucci era già in mano alla società di private equity Vestar, il 30% alla famiglia fondatrice e il 5% ai dirigenti del gruppo. Ma Vestar aveva già ventilato da tempo l’intenzione di vendere. Cesare Fiorucci, fondata nel 1850, con un fatturato annuo di 320 milioni di euro (ebitda intorno ai 24 milioni), esporta in 60 Paesi, con una presenza più articolata in importanti mercati come Stati Uniti (dove possiede anche uno stabilimento produttivo in Virginia), Francia, Germania e Regno Unito.
Fiorucci nell’orbita di Campofrio
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