Ben 43mila imprese e oltre 12 milioni di soci: sono i numeri dell’Alleanza delle cooperative italiane, nata ufficialmente a febbraio dall’accordo tra Agci, Confcooperative e Legacoop, le tre centrali che con oltre 1,1 milioni di persone occupate e 127 miliardi di euro di fatturato rappresentano il 90% dell’ambito cooperativo. L’iniziativa mira a creare un coordinamento stabile, ma senza strutture permanenti, che si esprimerà attraverso un portavoce unico, rinnovabile annualmente, la cui individuazione avviene ad opera dei presidenti delle tre centrali. Il primo mandato va a Luigi Marino, presidente di Confcooperative, che dichiara: “Nella prima fase l’attività dell’alleanza punterà a consolidare il progetto a livello nazionale. Nel giro di tre anni l’obiettivo è estendere l’attività e il coordinamento ai settori e ai territori”. I presidenti delle cooperative si riuniranno periodicamente e utilizzeranno due formule di partecipazione, una con 24, l’altra con 90 dirigenti scelti dalle tre centrali. Sarà aggiornata l’agenda degli impegni comuni, definendo priorità e decisioni. I presidenti saranno affiancati da un gruppo di lavoro che si avvarrà d’informazioni e di dati di natura economica e sociale, forniti dalle organizzazioni, utili per valutare l’andamento delle imprese cooperative aderenti, simulare impatti delle normative di riferimento ed elaborare proposte. È prevista anche la costituzione di singoli ‘tavoli’ specialistici, per i quali potranno essere nominati relativi portavoce unici. L’Alleanza delle cooperative italiane produrrà un Rapporto annuale sulla cooperazione italiana. Nel coordinamento saranno coinvolti anche gli organismi collegiali nazionali delle organizzazioni: formeranno l’assemblea dell’Alleanza, che si riunirà una volta l’anno per discutere le principali questioni e azioni di interesse comune.
Coop, un’alleanza da 43mila imprese
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