Ottima performance dell’export di salumi italiani nel periodo gennaio-settembre 2010. Nei primi nove mesi dell’anno, secondo i dati Istat elaborati da Assica-Associazione industriali carni, sono state inviate oltre i confini nazionali 89.743 tonnellate di salumi (+13,8%) per 700,1 milioni di euro (+13,4%). Nel trimestre luglio-settembre, le esportazioni hanno riguardato 32.500 tonnellate di prodotti (+13,2%) per 256,6 milioni di euro (+15,2%).
Nel periodo gennaio-settembre, il trend del settore dei salumi è risultato superiore alla media dell’industria alimentare (+9,9%), e di poco inferiore all’industria in generale (+15,1%) che, proprio nel terzo trimestre, ha evidenziato una notevole accelerazione.
“I brillanti risultati dell’export – ha commentato Lisa Ferrarini, presidente di Assica – ci convincono sempre di più del fatto che non bisogna mollare la presa su questo fronte: la libera circolazione di tutta la gamma dei salumi italiani in ambito extra Ue si conferma ancora come obiettivo non definitivamente raggiunto. Lo si può ritenere realizzato in misura soddisfacente per i soli prosciutti tipici e, parzialmente, per i prodotti di salumeria cotta. Insoddisfacente, invece, è la situazione per i salumi a breve stagionatura, come per esempio i salami, e per le carni suine”
In evidenza, l’export di prosciutti crudi (+10,3% in quantità e +12% in valore) con un importante aumento sia degli invii di prodotti in osso sia di quelli disossati, in particolare in Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
Ottimi risultati anche da mortadella e wurstel (+18,3% a volume e +16,8% a valore) che hanno beneficiato dell’aumento della domanda in Francia e, soprattutto, Regno Unito.
Brillante anche il trend dell’export di salami (+14,8% in quantità e +14,2% in valore), in particolare in Germania e Svizzera, e dei prosciutti cotti (+10,5%in quantità e +10,7%) grazie anche all’impulso degli Usa.
Notevole anche il risultato degli invii di pancetta stagionata (+39,5% in quantità e +36,9% in valore) grazie agli incrementi registrati nel primo e terzo trimestre dalla domanda austriaca, nonché nel Regno Unito, Francia e Germania.
In recupero sono apparse, infine, le esportazioni di bresaola (+5,2% in quantità e +7,1% in valore) grazie al buon ritmo evidenziato dalle spedizioni verso i principali mercati comunitari.
Gli scambi intracomunitari sono saliti nel periodo gennaio-settembre a 71.150 tonnellate (+12,5%) per un valore di 553,7 milioni di euro (+12,5%): in evidenza Germania (+9,2% per circa 18.200 t e +15,6% per 158,1 milioni di euro), Francia (+16,1% per oltre 18.000 t e +15,5% per 134,4 milioni di euro) e Regno Unito (+28,1% per circa 9.500 t e +14,6% per 85,8 milioni di euro), così come in Slovenia (+23,1% a volume e +19% in valore) e Malta (+9,2% a volume e +2,4% in valore). Bene, anche gli invii verso la Spagna (+3,4% e +11,1%) tornati finalmente in terreno positivo.
Molto vivace, infine, anche la dinamica delle esportazioni di salumi verso i mercati extra Ue con 18.600 t (+18,8%) e 146,4 milioni di euro (+16,8%).
Vera sorpresa di questi primi nove mesi del 2010 è stata la Croazia che con 3.635 tonnellate (+13,6%) è salita al primo posto fra i mercati extra Ue di destinazione grazie alle spedizioni di mortadella e würstel e prosciutti crudi stagionati.
In termini di fatturato, invece, la classifica delle principali piazze di riferimento vede sempre la Svizzera al primo posto seguita da Usa, Giappone e Croazia.
Brillante, in particolare, il risultato degli Stati Uniti attestatisi sulle 3.325 t (+26,7%) e i 34,8 milioni di euro (+22,9%). Positive, infine, anche l’export verso Svizzera (+2,6% e +8,7%), Giappone (+12,9 % e +5,7%), Libano (+39,4% e +33,8%), Federazione Russa (+32,4% e +33%) e Hong Kong (+52,6% e +36,2%).
Salumi, export record: +13,8% a volume, +13,4% a valore
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