Soprattutto fiori e piante arrivano dal Giappone, per un importo di circa 3 milioni di euro nel 2010. A seguire quantità marginali di semi oleosi (1,6 milioni), di bevande alcoliche (1,6 milioni), di oli vegetali (0,9 milioni), di prodotti dolciari (0,9 milioni), di pesce (0,7 milioni) e di tè (0,3 milioni). È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat, dopo il blocco delle importazioni di cibi dal Giappone con data successiva all’11 marzo, giorno del terremoto, annunciato dal ministro della Salute Ferruccio Fazio e la raccomandazione della Commissione europea agli Stati Membri ”di effettuare delle analisi sul livello di radioattivita’ nei prodotti alimentari per l’uomo e per gli animali, importati dal Giappone”.
Secondo Coldiretti, quindi, le importazioni dal Giappone nel 2010 sono limitate a un importo che nel 2010 ha raggiunto solo i 13 milioni di euro, appena lo 0,03 per cento dell’import agroalimentare totale nazionale: non riguardano peraltro cibi a rischio come la frutta o i prodotti lattiero-caseari.
Cosa importa l’Italia dal Giappone
Prodotto Valore in milioni
Piante e fiori 3,0
Semi oleosi 1,6
Bevande alcoliche 1,6
Oli vegetali 0,9
Prodotti dolciari 0,9
Pesce 0,7
Tè 0,3
Altro 4,0
Totale 13,0
Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat 2010