Il 2010? Un anno di grazia per l’export del prosciutto crudo di Parma che nel 2010 ha registrato un incremento del 9,5 per cento. Sono stati infatti 2.256.000 – per un valore di 200 milioni di euro – i prosciutti con la corona che hanno varcato i confini nazionali raggiungendo le tavole di oltre 80 Paesi del mondo. I mercati esteri assorbono ormai il 24% della produzione di crudo di Parma.
Va segnalato il sorpasso storico sulla Francia da parte degli Stati Uniti, che diventano così il primo mercato export, mentre al terzo posto la Germania è stata quasi raggiunta dalla Gran Bretagna, Paesi che nell’ultimo decennio ha registrato la maggior crescita in assoluto. Fra i mercati emergenti spicca il dato dell’Australia, che cresce del 56 per cento. Grande soddisfazione esprime Paolo Tanara, presidente del Consorzio del prosciutto di Parma, che raggruppa i 158 produttori della dop di Parma: “Il brillante dato del 2010 è in linea con i nostri obiettivi che puntano a uno sviluppo sano ed equilibrato dell’export. È il frutto di una strategia basata su un oculato mix di investimenti in mercati maturi e Paesi emergenti e infatti il risultato ottenuto si è determinato grazie alla crescita conseguita sia nel mercato comunitario che nei Paesi terzi”. A spingere le vendite estere del crudo di Parma è ancora il prodotto preaffettato, che continua a crescere a ritmi elevatissimi: con un incremento del 10% sono state oltre 60 milioni le vaschette con la corona vendute nel 2010, di cui ben 43 milioni destinate all’estero, dall’Europa fino ad arrivare alla Nuova Caledonia che lo scorso anno ha importato 22mila vaschette di Parma.
La filiera del prosciutto crudo di Parma è composta da 5.500 allevamenti suinicoli, 120 macelli, 162 stagionatori, per un giro d’affari al consumo superiore agli 1,7 miliardi di euro.
Prosciutto Parma, +9,5% le vendite estere nel 2010
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