Sant’Orsola, il giro d’affari 2010 cresce del 4%

Sant’Orsola, il giro d’affari 2010 cresce del 4%

La politica di marca dà i suoi frutti – e tutt’altro che ‘piccoli’ – a Cooperativa Sant’Orsola di Pergine Valsugana (Tn), che ha chiuso il bilancio 2010 con un fatturato di 53,4 milioni di euro, con una crescita superiore al 4 per cento. Il fatturato derivante dalla frutta fresca – come specifica una nota aziendale – ammonta a 44,5 milioni di euro (+3,6%). A questi si aggiungono 2,7 milioni di euro derivanti dalle scorte, 3,3 milioni dalle piante, 641mila euro dal punto vendita aziendale e quasi 366mila euro derivanti dal prodotto trasformato.
Nel corso dell’anno sono state messe in commercio 6.500 tonnellate di fragole, piccoli frutti e ciliegie, con una richiesta costante lungo tutti i 12 mesi. Il prezzo di vendita medio è stato di 6,53 euro/kg. Le liquidazioni ai soci hanno raggiunto complessivamente i 20,8 milioni di euro, mentre gli acquisti di frutta si sono attestati a 9,8 milioni di euro.
“Anche in presenza di una annata non ottimale – ha commentato il presidente della Cooperativa Sant’Orsola Silvio Bertoldi – siamo riusciti ad avere valutazioni positive per il nostro prodotto e a chiudere un buon bilancio. La solidità patrimoniale confermata dalle cifre ci consentirà di fissare obiettivi di ulteriore crescita per il 2011 e di lavorare al meglio per aumentare l’efficienza del gruppo”.
Sull’andamento della stagione, peraltro, hanno pesato situazioni produttive non del tutto favorevoli. Le alte temperature registrate fra fine giugno e inizio luglio hanno causato la concentrazione della produzione e problemi legati alla qualità della fragola, con prezzi molto bassi, mentre gli attacchi del parassita Drosophila Suzuki hanno influito negativamente sulla stagione del mirtillo. La forte pressione sui prezzi del lampone rifiorente registrata in autunno, infine, ne ha reso particolarmente difficile la commercializzazione negli ultimi mesi dell’anno.
In ogni caso, accanto ai risultati di mercato ed economici, il 2010 ha visto anche l’affermazione di Sant’Orsola sul web 2.0: la pagina Facebook della Cooperativa, con quasi 4.300 fan, ha raggiunto il secondo posto in Italia tra le aziende del settore ortofrutta presenti sul social network, alle spalle solo del profilo del bollino blu di Chiquita.
Il marchio Sant’Orsola, del resto, ha conquistato una sua notorietà tra i consumatori italiani, misurata da un’indagine di mercato realizzata da Sociometrica nel luglio 2010. Parlando di piccoli frutti, il brand della cooperativa trentina ha una percentuale di ricordo spontaneo che sfiora il 5%, mentre gli altri produttori, presi singolarmente, non arrivano allo 0,5 per cento. La percentuale sale al 13% quando si chiede di riconoscere il marchio in una lista di nomi. Sant’Orsola è inoltre l’unico marchio a essere ricordato spontaneamente da chi consuma regolarmente piccoli frutti, con una percentuale vicina al 15 per cento.
Se al dato sul ricordo spontaneo si aggiungono coloro che riconoscono il brand su una lista di nomi, comprendendo anche chi non consuma piccoli frutti, la percentuale di notorietà schizza oltre il 28%.
Per la stagione 2011, la cooperativa punta a una crescita del fatturato tra il 3 e il 5 per cento. Contemporaneamente, uno degli obiettivi primari è il contenimento dei costi, per garantire ai soci una maggiore liquidazione.
Per l’anno in corso sono in vista due importanti novità: entro l’estate sarà effettuata la conversione del sistema di confezionamento dei piccoli frutti da flowpack a coperchiato per una migliore conservazione del prodotto, dal campo alla vendita. Inoltre, sarà offerto un servizio di consulenza gratuita ai soci sul controllo di gestione che, a livello di progetto pilota, interessa già 23 aziende. Sviluppato in collaborazione con la Cassa Rurale di Pergine Valsugana, questo progetto metterà a disposizione degli imprenditori un esperto che li aiuterà a definire le linee guida per l’amministrazione della propria azienda. Con questo strumento, i soci potranno monitorare con più attenzione l’andamento delle attività, riducendo gli sprechi e aumentando l’efficienza produttiva.

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