Il mondo del vino italiano tira un sospiro di sollievo. Malgrado la crisi dei consumi e la concorrenza sempre più accesa a livello internazionale, l’immagine dell’Italian wine si mantiene al top, e i dati economico-finanziari attestano la solidità del sistema produttivo e commerciale. Ma non bisogna dormire sugli allori.
Lo conferma il quadro tracciato dall’Indagine sul settore vinicolo dell’Ufficio studi di Mediobanca, l’ormai tradizionale analisi delle 103 principali società italiane vitivinicole che per quest’edizione si è avvalsa dei risultati di bilancio del periodo 2005-2009, delle anticipazioni per il 2010 e delle attese per il 2011, nonché di interviste alle imprese volte ad approfondire alcuni aspetti gestionali (collocazione territoriale della produzione, etichette e canali di vendita).
Ecco gli highlights dell’indagine: la redditività operativa risultava ancora in diminuzione nel 2009 rispetto al massimo del 2006, anche in rapporto al fatturato (margine operativo netto su fatturato al 4,7% dal 6,7% del 2006), mentre c’è stato un incremento degli utili netti, ridottisi comunque a poco più del 50% dei livelli del 2006 (anno che aveva segnato il valore più elevato del quinquennio). Il ritorno sugli investimenti è andato calando (4,6% nel 2009, 5,2% nel 2008, 6% nel 2007 e 6,8% nel 2006) in presenza di un’ulteriore espansione del capitale investito (+2% tra 2008 e 2009). Ma la struttura patrimoniale resta pur sempre solida, con un rapporto debiti finanziari/capitale netto inferiore all’unità (84,7%), tornato ai valori del 2006 dopo due anni di costante deterioramento. I rendimenti più elevati arrivano dalle società private a controllo italiano, con il roi pari al 5,7% nel 2009 contro il 5,8% nel 2008. Le società cooperative segnano livelli inferiori passando dal 4,3% nel 2008 al 2,5% nel 2009, mentre il miglior profilo è offerto dai produttori di spumanti (roi al 5% contro il 4,5% degli altri produttori). I preconsuntivi per il 2010 parlano di un incremento del fatturato (+5% contro il -4,1% nel 2009), soprattutto grazie alla componente export (+8,5%, -3,9% nel 2009), con crescita più moderata sul mercato domestico (+2,1%, anch’esso negativo nel 2009). Ed emerge anche un moderato aumento degli investimenti (+3%).
Dalle interviste dirette agli operatori sulle attese per il 2011 risulta che il 94-95% degli intervistati prevede uno scenario positivo, sia sul mercato nazionale sia all’estero; il 53% dichiara una crescita superiore al 3% (per le esportazioni si arriva quasi al 55%) e il 41% esprime aspettative stabili (variazione delle vendite compresa tra 0 e +3%). Solo il 6% formula previsioni leggermente ribassiste (tra 0 e -3%).
Mediobanca, l’Italian wine ha ancora i suoi numeri
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