Produrre vino in Italia si fa sempre più oneroso. Soprattutto a causa della ‘mole’ di regolamenti comunitari e decreti attuativi nazionali e regionali, che duplicano e complicano le pratiche amministrative, causando un proliferare di controlli e di enti controllori i cui costi risultano tutti a carico dei produttori.
Secondo un rapporto presentato da Fedagri-Confcooperative al Vinitaly – in occasione del convegno ‘Il vino e la burocrazia: le proposte di Fedagri per la semplificazione normativa del settore’ – il costo della burocrazia che grava su una cantina cooperativa di medie dimensioni è di 5,14 euro al quintale di uva e 7,34 euro per ettolitro di vino di qualità prodotto.
“In Francia – spiega Luigi Soini, direttore generale di Cantina Produttori di Cormòns, – si spende esattamente la metà, meno della metà in Germania e fino a un terzo di questa cifra in Spagna”, facendo riferimento al caso reale della sua cantina che, per produrre e commercializzare 35mila ettolitri di vino a denominazione è costretta a spendere, ogni anno, qualcosa come 257mila euro per la burocrazia.
“Per una cantina cooperativa di medie dimensioni – continua Soini – con un fatturato di 10 milioni di euro l’anno il peso della cosiddetta ‘buronospora’ arriva a rappresentare quasi il 2,6% delle vendite: il che significa dover vendere fino a 105mila bottiglie solo per coprire tali costi”.
“Sulla riduzione dei costi della burocrazia si gioca la competitività e la sostenibilità delle nostre imprese – commenta Antonello Ciambriello di Fedagri-Confcooperative, curatore di uno studio sul peso della burocrazia nel settore vitivinicolo che contiene 18 proposte di semplificazione normativa – Le numerose duplicazioni e richieste d’inutili documentazioni riscontrate nel nostro studio testimoniano come le cantine cooperative siano vessate da tutta una serie di costi che incidono in modo sostanziale sulle marginalità, oltre che sui prezzi di vendita. Se nel nostro Paese è possibile acquistare vini d’importazione a prezzi bassissimi, fino a 1,29 euro a bottiglia, il rischio che incombe su molte delle nostre migliori imprese è proprio quello di uscire dal mercato”.
“Le nostre 18 proposte di semplificazione normativa – spiega Adriano Orsi, presidente del settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative – se condivise anche dalla politica e dalla pubblica amministrazione, consentiranno a tutto il settore, e non solo alle cantine cooperative, di alleggerirsi di costi inutili senza per questo dover rinunciare alla qualità dei vini prodotti”.
In tale direzione, la Regione Veneto è stata tra le prime in Italia a sperimentare un modello di semplificazione normativa (unificazione dello schedario viticolo con il fascicolo aziendale, attivazione della domanda unica etc.), come attesta la positiva esperienza di 11 cantine cooperative aderenti a Fedagri nella provincia di Verona, presentata dal direttore del Consorzio vini di Verona, Alberto Frabboni.
A Fedagri-Confcooperative aderiscono 415 cooperative vitivinicole, con 140mila soci. Oltre 5.700 sono gli addetti, per una produzione complessiva che supera i 20 milioni di ettolitri di vino e un fatturato generato di 2,5 miliardi di euro (40% circa con l’export).
I costi della burocrazia per un’azienda vitivinicola*
Costi per la gestione del fascicolo aziendale relativo alle pratiche amministrative di campagna; Pratiche di controllo per la produzione biologica; Certificazioni Iso; Sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti; Costo diretto e indiretto per il personale amministrativo dedicato
120mila euro
Costi sostenuti a favore di Camere di commercio, Consorzi ed enti terzi per pratiche relative a:
* denuncia delle uve
* tenuta dei registri per le pratiche enologiche,
* piano dei controlli per la certificazione delle uve e dei vini a denominazione d’origine e similari
* costo diretto ed indiretto per il personale dedicato alle predette operazioni
137mila euro
NB: *cantina di medie dimensioni, con una produzione annua di 35mila hl di vino a denominazione