Caviro archivia il bilancio 2010 con ricavi a 250 milioni di euro, in linea con il dato del 2009, e con un ebitda di 13,5 milioni di euro. In crescita l’utile netto, che passa da 1,9 milioni di euro del 2009 a 2,9 milioni del 2010. La posizione finanziaria netta – pari a 76 milioni di euro – è allineata a quella dello scorso esercizio, malgrado – come specifica un comunicato stampa aziendale – “il completamento dell’investimento nella nuova centrale termoelettrica, che influenza il dato per 34 milioni di euro”.
Per il settore distilleria, il 2010 evidenzia un buon recupero rispetto alla crisi mondiale dei consumi 2009 sia nel mercato degli alcoli, con la controllata Alcoplus, sia dell’acido tartarico. In incremento le attività legate all’energia e depurazione, mentre sono stabili i ricavi dei mosti concentrati. “Un ulteriore importante obiettivo conseguito dal settore distilleria – aggiunge il comunicato – è il raggiungimento della quota zero infortuni nello stabilimento di Faenza, nonostante il notevole incremento delle attività operative dovuto alla costruzione della nuova centrale termoelettrica a biomasse”.
Nel settore vino, perdura la crisi del canale ristorazione, complici anche la chiusura di molti locali pubblici e il calo dei consumi delle bevande alcoliche in genere. In gdo, che canalizza oltre il 70% del vino confezionato in Italia, la crisi economica si è fatta sentire con un aumento della promozionalità media e il maggior peso dei prodotti a marchio del distributore. Tavernello ha in parte risentito di questa situazione nella versione brik: in compenso, il nuovo Tavernello frizzante in bottiglia da 0,75, con oltre 2 milioni di bottiglie vendute in soli sei mesi, si colloca fra i primi cinque prodotti della categoria frizzanti. Caviro dichiara pertanto in gdo una quota del 9,4% a valore e del 17,5% a volume, grazie alla prima posizione nel brik, alla terza posizione nel vetro e alla leadership nella produzione di private label.
All’estero, il gruppo faentino ha portato il proprio fatturato a 27 milioni di euro, segnando un incremento del 16% rispetto al 2009. In particolare, è il Regno Unito che mette a segno un balzo del +34% e fa di Caviro la seconda azienda esportatrice italiana oltremanica.
In Germania Tavernello conferma la prima posizione tra i vini italiani. Caviro è la prima azienda vinicola italiana anche in Russia, con un trend di crescita del 64 per cento.
“In un anno di pesante crisi economica e sociale – dichiara Secondo Ricci, presidente di Caviro – il nostro è un bilancio positivo sia dal punto di vista economico sia finanziario. Quest’anno assistiamo a una ripresa dei prezzi del vino che, seppur modesta, è un segnale positivo per il futuro dei viticultori. Vendemmia verde e abbattimenti dei vigneti previsti dagli incentivi comunitari hanno fatto ridurre le quote massime produttive di vino nelle maggiori nazioni, come Italia, Francia, Spagna, bloccando il ribasso del prezzo del vino. Ci preoccupa però il forte calo del consumo pro capite del vino, dovuto sia al mancato ricambio generazionale, visto che i giovani bevono raramente ai pasti, sia a motivi salutistici che interessano diverse fasce d’età. Il mercato italiano è maturo e rimane solo la prospettiva dell’estero, che tiene e continua a crescere. La reazione dell’azienda ha però consentito di salvaguardare i livelli occupazionali e incrementare la marginalità. Ci aspetta un 2011 molto impegnativo per il perdurare della crisi nazionale. Il primo trimestre ci vede con l’export in crescita di quasi il 20% e il fatturato Italia allineato con il 2010”.
Caviro, l’utile netto cresce del 53%
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