Parmalat parla francese. L’offerta pubblica d’acquisto del gruppo Lactalis è stata incassata senza ulteriori contraccolpi durante l’assemblea degli azionisti convocata ieri pomeriggio e iniziata alle h 16,15 a palazzo Soragna, sede dell’Associazione industriali di Parma. In meno di 4 ore la multinazionale della famiglia Besnier ha portato ufficialmente (e definitivamente) a casa la proprietà e il controllo del gruppo di Collecchio. L’assemblea ha nominato il nuovo presidente del cda: Franco Tatò, ex ad di Enel, manager di grande esperienza, che sarà in carica per un anno insieme a tutto il cda.
In sala erano presenti 682 azionisti in proprio o per delega, pari al 46,7% del capitale. Sono state presentate tre liste in lizza per rinnovare il consiglio di amministrazione. La prima fa capo alla francese Lactalis che detiene il 28,9% del capitale sociale; la seconda era presentata da Assogestioni e la terza dei fondi Skagen, MacKenzie e Zenit, i tre fondi esteri che hanno venduto a Lactalis il 15,3% delle azioni da loro detenute. In sintesi, Lactalis è presente in netta maggioranza.
Sono stati eletti quindi 9 amministratori tratti dalla lista depositata da
Bsa e Groupe Lactalis il 18 marzo scorso, e cioè: Antonio Sala, Marco Reboa (indipendente), Francesco Gatti, Francesco Tatò (indipendente), Daniel Jaouen, Marco Jesi (indipendente), Olivier Savary, Riccardo Zingales (indipendente), Ferdinando Grimaldi Quartieri (indipendente)
Gli altri due membri del cda sono stati tratti dalla lista di minoranza depositata da Assogestioni in data 18 marzo 2011: Gaetano Mele (indipendente) e Nigel William Cooper (indipendente).
Per la consulenza commissionata da Parmalat a Goldman Sachs sull’opa di Lactalis, il gruppo di Collecchio ha sborsato 4,6 milioni di euro.
Nel corso dell’assemblea, Sergio Cusani, l’ex finanziere condannato per tangenti nell’inchiesta Mani pulite e attuale consulente Cgil ha chiesto di destinare parte degli utili ai risparmiatori che a suo tempo rimasero coinvolti nel crac del gruppo Tanzi. “Forse una piccola cosa – ha commentato Cusani – ma darebbe un segno d’attenzione”.
Lactalis ha chiesto a Enrico Bondi, amministratore delegato uscente di Parmalat, di far parte della lista del nuovo consiglio di amministrazione di Parmalat, ma il manager toscano – cha ha salvato l’azienda di Collecchio dal dissesto finanziario e industriale –ha rifiutato. “Sono stato contattato da Lactalis – ha confermato Bondi – che mi ha proposto la candidatura come capolista, ma ho ritenuto che non sussistessero le condizioni per accettare tale offerta. La Parmalat di oggi sta meglio rispetto a quella del 2003. Ora comincia un nuovo cammino, spero sia fruttuoso e pieno di successi”.
Parmalat, è suonata l’ora Lactalis
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