Quando il bilancio statale traballa sotto spese difficilmente comprimibili, la tentazione di imporre nuove tasse dei governi è sempre molto alta, e spesso non si resiste. Ma i cittadini-elettori sono sempre meno disponibili a ulteriori contributi, soprattutto se si tratta di imposte sul reddito e la creatività dei ministeri delle Finanze si deve attivare per trovare forme di tassazione “digeribili” dai contribuenti, per l’appunto come la proposta ungherese che aprirà un nuovo scenario sulle modalità di imposizione. Nella Repubblica d’Ungheria, infatti, il governo conservatore del premier Viktor Orban ha presentato in Parlamento un disegno di legge che prevede una tassa, chiamata “della salute pubblica”, sugli hamburger e altri alimenti giudicati nocivi perché ad alto contenuto di zucchero, sale, caffeina o grassi. Pertanto, in futuro prodotti come hamburger, Coca-Cola, Pepsi, patatine fritte e altri tipi di ‘chips’ e bevande energetiche saranno tassate con aliquote stabilite dalla legge. Se la proposta dovesse passare per i produttori di questi alimenti non sarebbe facile reagire, in quanto scaricare il controvalore sui consumatori potrebbe voler dire contrazione delle vendite. La curiosità è alta.
Il mese scorso, invece, in Arizona è stata introdotta una tassa sugli obesi e sui fumarori che dovranno contribuire maggiormente alle spese mediche per i danni che abuso di cibo e uso di tabacco statisticamente producono sulla popolazione. Alfredo Faieta
Ungheria, proposta una tassa sui cibi calorici
© Riproduzione riservata