Primo segnale di frenata a giugno per i prezzi al consumo nella distribuzione moderna: rispetto a maggio, mese che ha visto un picco dei prezzi, l’inflazione a carrello è scesa dal +3,6% al +3,2 per cento.
Secondo l’osservatorio mensile sull’inflazione pubblicato da Nielsen, il raffreddamento dei prezzi a giugno è intervenuto malgrado un ulteriore incremento del costo di alcune materie prime, che comunque sta incidendo dall’inizio del 2011 sull’andamento dell’inflazione. Le categorie con la più alta crescita dei prezzi a giugno sono state: olio di semi di soia +22% (+19% a maggio), caffè tostato macinato +20% (+16,7% a maggio), zucchero 18,1% (+16,8% a maggio), farina +9,7 % (+9,1% a maggio). Un contributo importante al calo dell’inflazione dei prodotti di largo consumo – segnalano in Nielsen – è invece arrivato da frutta e verdura confezionata +0,3 % (+4,3% a maggio), latticini +5,1 % (+5,3% a maggio), pasta fresca +1,4% (+3,2% a maggio), bevande analcoliche +1,5% (+1,7 % a maggio) e vini +4,6 % (+5,6 % a maggio).
Il calo dell’inflazione a giugno è comune a tutte le regioni italiane: ma le flessioni più significative si registrano in Campania, Molise, Sardegna, Veneto e Puglia. In generale, il Nord-Est si conferma l’area del Paese con la maggiore capacità di contenimento dei prezzi (+2,8% a fronte del +3,2% dell’Italia).
In parallelo, però, si assiste a un ulteriore rallentamento delle vendite nel bimestre maggio-giugno (+1,5 rispetto al +3,9 dei primi quattro mesi dell’anno) e a un ulteriore calo dell’indice di fiducia che, nel secondo trimestre 2011 passa a 55 punti indice contro i 57 del trimestre precedente, dopo la diminuzione importante verificatasi nel primo trimestre 2011. I principali fattori sono legati a un trend negativo in termini di prospettive di lavoro e di finanze personali per i prossimi 12 mesi.
Economia e posto di lavoro rimangono le maggiori preoccupazioni, mentre il timore della guerra, che aveva subito un picco nel secondo trimestre (8% +7 punti percentuali rispetto al 4° trimestre 2010) torna a preoccupare in misura minore (2%).
Oggi solo il 15% degli italiani pensa che il nostro Paese uscirà dalla recessione nei prossimi 12 mesi. Si consolida la percentuale di chi non riesce più a risparmiare (circa un quarto della popolazione) e per cercare di rimanere all’interno del proprio budget di spesa gli italiani continuano a spostarsi sull’acquisto di prodotti grocery più economici.
“Dinamica dei prezzi, andamenti delle vendite negli ultimi due mesi e una fiducia dei consumatori in ulteriore calo – conclude la nota stampa di Nielsen invitano a formulare previsioni prudenti sull’andamento delle vendite nella seconda parte del 2011”.
Inflazione, lieve frenata in gdo: +3,2%
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