A fine luglio Walmart ha aperto a Chicago un nuovo drugstore Walmart Express, il secondo dopo quello aperto a giugno a Gentry, nell’Arkansas: di dimensioni pari a un decimo dei supercenter (il format core del leader mondiale della grande distribuzione), con un assortimento oscillante tra le 11mila e 13mila referenze.
L’obiettivo dichiarato della catena americana è quello di arrivare a quota 15-20 drugstore (assimilabili sostanzialmente a dei punti di vendita di vicinato) entro fine 2011, con nuove aperture-test sia in aree rurali sia nei quartieri più popolosi e a basso reddito delle grandi metropoli sia nelle cittadine minori. Si tratta di una svolta strategica, che vede il colosso americano impegnato a fronteggiare il duplice fenomeno della decrescita delle grandi superfici (sia a livello di performance di vendita sia di aperture) e del rafforzarsi della tipologia dei cosiddetti ‘dollar store’, negozi di dimensioni medio-piccole caratterizzati da un’offerta estremamente low-cost e sviluppati da catene locali in risposta ai venti di crisi dell’economia americana. Se i prototipi dei Walmart Express funzioneranno sia nella versione rurale sia in quella urbana/metropolitana, i piani di sviluppo della rete prevedono l’apertura anche di 350 punti vendita all’anno.
Nel programma strategico allo studio nell’headquarter di Bentonville è comunque prevista l’apertura di 300 negozi nei prossimi cinque anni nelle aree più impoverite e spopolate degli States (dove peraltro risiedono circa 23 milioni di abitanti), per portare oltre al cibo anche servizi finanziari e sanitari a prezzi basici.
Walmart sviluppa il progetto Express
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