Mutti, azienda specializzata nella produzione di concentrato, passata e polpa di pomodoro premium, ha annunciato gli obiettivi di riduzione della propria impronta idrica e di carbonio in collaborazione con Wwf: la società parmense s’impegna infatti a ridurre le emissioni di CO2 del 19% e l’impronta idrica del 3% entro il 2015.
Mutti ha calcolato i consumi d’acqua della propria produzione, dalla coltivazione del pomodoro al prodotto finito, con il supporto scientifico del Wwf e del Dipartimento per l’Innovazione dei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell’Università della Tuscia (Vt).
Un obiettivo di riduzione che parte dalla considerazione che a livello globale il 70-80% dell’acqua viene utilizzato per scopi agricoli (44% in Italia), ma che la fornitura di acqua, richiesta dalla continua crescita della popolazione e della produzione alimentare mondiale, ha già raggiunto la soglia critica in molte regioni, Europa compresa.
Questo progetto sperimentale, basato su un effettivo calcolo dell’impronta idrica dell’intera filiera, ha preso in esame la quantità di acqua immagazzinata in ogni prodotto Mutti. Dato che l’83% dell’impronta idrica di Mutti è dovuta alla coltivazione del pomodoro, è agli agricoltori che Mutti rivolge maggiormente la sua attenzione, con una campagna di sensibilizzazione e di supporto per razionalizzare l’uso delle risorse idriche impiegate per la coltivazione.
Mutti s’impegna così ad agire per ridurre le due principali componenti dell’impronta idrica: quella blu relativa ai volumi di acqua dolce (sottratta al ciclo naturale per scopi agricoli o industriali) e quella grigia relativa ai volumi di acqua inquinata).
In primis, con azioni dirette sui consumi idrici attraverso misure per l’incremento sia dell’efficienza sia dell’efficacia nella gestione dell’irrigazione, in termini di periodi, durata e volumi (impronta idrica blu). Mutti svilupperà programmi di formazione sull’innovazione tecnologica funzionale alla riduzione dell’impronta idrica e realizzerà investimenti direttamente presso i propri coltivatori, contribuendo all’acquisto di nuove tecnologie (es. sonde per l’analisi dell’umidità dei terreni) e installando 20 stazioni di rilevamento nel 2012.
In seconda battuta con azioni indirette sui consumi idrici, che riguardano la riduzione dei fertilizzanti – predisponendo piani compatibili con le rese richieste – e dei pesticidi (allo stato attuale, peraltro, questi sono risultati già adeguati agli eventi, oltre che vincolati dalla normativa vigente) (impronta idrica grigia)
Mutti effettuerà e promuoverà l’analisi del terreno per l’elaborazione di adeguati piani di concimazione su 200 campi.
La riduzione dell’impronta idrica del 3% potrà essere ottenuta riducendo dell’11,5% l’acqua per l’irrigazione (componente blu), riducendo del 30% i fertilizzanti a base di fosforo, azoto e potassio (componente grigia) oppure combinando le due precedenti misure.
La terza componente dell’impronta idrica – cioè la verde – che è il volume di acqua piovana che le coltivazioni assorbono e rimandano direttamente in atmosfera, non è influenzabile, in quanto connessa al regime naturale di precipitazioni in Emilia Romagna.
La metodologia utilizzata per il calcolo dell’impronta idrica è quella del Wfn-Water footprint network, la rete mondiale che riunisce istituti di ricerca, agenzie governative, ong e settore privato per promuovere l’utilizzo sostenibile, equo ed efficiente delle risorse idriche mondiali.
“Mutti – dichiara Stuart Orr, responsabile Freshwater di Wwf Internazionale -rappresenta un caso virtuoso, essendo una delle prime aziende al mondo a quantificare, con la metodologia ufficiale del Water Footprint Network, un target di riduzione concreto, misurabile e sfidante. Si tratta di un progetto innovativo, che ha permesso di identificare soluzioni a maggiore efficienza, coinvolgendo attivamente la filiera agricola in percorsi virtuosi per l’ambiente”.
Grazie alla partnership con il Wwf, Mutti ha inoltre calcolato l’impronta di carbonio della propria attività produttiva, secondo il GHG Protocol, il protocollo internazionale messo a punto dal World resource institute. Attraverso l’analisi delle potenzialità di riduzione dei consumi di energia e combustibili fossili da parte degli impianti di produzione, gli obiettivi di riduzione della Carbon Footprint permetteranno all’azienda di migliorare le performance ambientali e l’impatto complessivo che i prodotti avranno sull’ambiente.
L’analisi ha permesso a Mutti d’individuare un obiettivo di riduzione delle emissioni dirette del 19% entro il 2015, attraverso l’incremento e la promozione di fotovoltaico, biomasse, efficienza energetica, energy management.
In particolare: si punta sull’autoproduzione da fonti rinnovabili del 10% dell’energia elettrica consumata, calcolando entro il 2012 le emissioni indirette e la conseguente valutazione di un obiettivo di riduzione. In parallelo, si condurrà un monitoraggio annuale dei risultati e la rendicontazione delle misure attuate e si mira alla certificazione Energy management system (ISO 50001) per la gestione dei consumi energetici e la conseguente definizione di una energy policy
Mutti ha comunicato i nuovi obiettivi di sostenibilità in occasione della XII edizione del premio Pomodorino d’oro: un riconoscimento che Mutti assegna ogni anno alle aziende agricole distintesi nella raccolta del pomodoro di qualità. Il Pomodorino d’Oro 2011 è stato assegnato a Luciano Franzoni di Reggio Emilia, insieme a un premio in denaro. 40 aziende tra le 220 conferenti si sono classificate nella short list dei premiati e riceveranno anche loro un riconoscimento economico.
Quest’anno, inoltre, sempre grazie alla partnership con il Wwf, Mutti ha introdotto la menzione speciale “Idee per l’acqua”, da assegnare agli agricoltori che si sono distinti nell’applicazione di pratiche di coltivazione sostenibili. L’azienda agricola Tenuta Sciuptina di Ferrara, che ha ricevuto questo riconoscimento, ha dimostrato come l’effettuazione di interventi di riduzione del 25% di concimanti e la riduzione idrica mediante un innovativo progetto di fertirrigazione, consentano un aumento delle rese di circa il 9 per cento. Inoltre, la Tenuta Sciuptina ha migliorato l’efficienza dei nutrienti nella coltivazione del pomodoro da industria e ha ridotto l’impatto ambientale.
Mutti, patto con Wwf per ridurre impronta idrica e carbonio
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