La fiducia dei consumatori online è diminuita per il settimo trimestre consecutivo in 31 Paesi, secondo i risultati della Global Consumer Confidence Survey condotta da Nielsen in 56 mercati nel terzo trimestre 2011. Più della metà ritiene di essere attualmente in una fase di recessione, quattro punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente e sette punti in più dall’inizio dell’anno. Il risultato è il continuo contenimento delle spese discrezionali, che si prevede continuerà nel 2012.
Il Nielsen Global Consumer Confidence Index dal 2005 misura la fiducia di oltre 28mila consumatori internet in 56 Paesi del mondo, le maggiori preoccupazioni e le intenzioni di spesa.
Nell’ultima ricerca (30 agosto-16 settembre 2011), la maggioranza degli intervistati (64%) concorda sul fatto che non sia un buon momento per acquistare quello di cui ha bisogno; un europeo su cinque e un americano su tre dichiara inoltre di non avere più denaro disponibile dopo aver effettuato le spese di base. In queste due macroaree, i consumatori sono più pessimisti di quanto non lo fossero al culmine della recessione nel 2009. Tra gli intervistati in Nord America ed Europa che ritengono di essere in recessione, il 60% (erano il 54% nel primo trimestre 2009) afferma inoltre che la recessione continuerà anche il prossimo anno.
Cresce la preoccupazione per l’economia
L’economia torna ad essere la maggiore preoccupazione per il 18% dei consumatori online in tutto il mondo. La sicurezza del lavoro segue a ruota con il 14%, recuperando cinque punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti. Il giusto bilanciamento tra lavoro e vita privata, l’incremento dei prezzi alimentari e le preoccupazioni circa la salute completano le prime cinque posizioni.
In Nord America, un consumatore su tre è preoccupato per l’economia – un aumento di sette punti rispetto al secondo trimestre – e più di uno su 10 (12%) è preoccupato per la sicurezza del posto di lavoro – un incremento di cinque punti rispetto ai tre mesi precedenti.
In America Latina le preoccupazioni sulla sicurezza del lavoro (15%) e sulla criminalità (12%) hanno preso un leggero vantaggio sull’economia (11%). In Medio Oriente e Africa la sicurezza del lavoro (20%) ha mantenuto il primo posto mostrando un notevole incremento rispetto al trimestre precedente (9 punti). In Asia Pacifico le preoccupazione per l’economia (18%) e la sicurezza del lavoro (15%) sono aumentate rispettivamente di otto e sette punti.
Intenzioni di spesa future
Per la prima volta, Nielsen ha chiesto agli intervistati quali spese aumenterebbero o diminuirebbero se il loro budget fosse incrementato o ridimensionato del 10 per cento. In generale c’è un senso di stanchezza e un desiderio di evasione: quando le famiglie pensano a un aumento del 10% del loro budget si nota un ampliamento dell’assegnazione delle spese a categorie discrezionali come viaggi/vacanze (+29%) e svago/intrattenimento (+20%). Si riscontra però anche un senso di incertezza economica e la necessità di una rete di sicurezza: i consumatori infatti aggiungono anche l’assegnazione di fondi alla voce ‘risparmi/investimenti’ (+25%).
Nel caso, invece, di budget ridotti del 10%, i consumatori online dichiarano che allocherebbero meno denaro soprattutto per abbigliamento (-21%), pasti fuori casa (-18%) e prodotti di elettronica ed elettrodomestici (-14%). Inoltre, gli intervistati hanno anche indicato una riduzione del risparmio/investimento del 10 per cento.
Europa
Nel Vecchio continente (indice di fiducia 74) vanno distinti i mercati dell’Europa orientale da quelli dell’Europa occidentale. Diversi Paesi dell’Europa dell’Est hanno sfidato la tendenza al ribasso e nove dei dieci mercati monitorati da Nielsen hanno beneficiato di rimbalzi di fiducia. La Russia, la più grande economia e motore economico dell’Europa orientale, ha registrato un rilevante aumento di 7 punti raggiungendo un punteggio di 89. I mercati dell’Europa occidentale invece segnalano cali in alcuni casi molto significativi: come in Francia, dove l’indice di confidence arretra di 13 punti passando dai 69 del 2° trimestre 2011 ai 56 dell’attuale trimestre. La Francia si colloca quindi sullo stesso livello della Spagna (56) e si avvicina ai livelli di Italia (52) e Grecia (51).
Italia
In Italia, i principali fattori che determinano l’ulteriore arretramento dell’indice di fiducia (52 punti indice rispetto ai 55 del trimestre precedente) sono l’economia e la sicurezza del posto di lavoro, che si confermano le prime due preoccupazioni. Da sottolineare, inoltre, come la “stabilità politica” (indicatore in calo rispetto a un anno fa), sia citata solo dal 5% degli italiani, più preoccupati invece di non riuscire a onorare i propri debiti (dal 9% di un anno fa all’11% di oggi). Tra i comportamenti in evoluzione si segnalano l’aumento di coloro che dichiarano di aver intrapreso azioni di risparmio anche sull’intrattenimento in casa e la ricerca di risparmio sulle spese legate a mutui, assicurazioni e prestiti oltre che nell’acquisto di prodotti di largo consumo più convenienti. Sull’utilizzo del denaro disponibile al di fuori dei bisogni primari, rispetto a un anno fa non ci sono modifiche sostanziali nei comportamenti, a eccezione di alcune voci di spesa, tra cui quelle relative all’acquisto di prodotti tecnologici e a tutto ciò che attiene alla “casa” (migliorie e decorazioni) che, stando al dichiarato degli italiani, beneficeranno meno rispetto al passato dell’eventuale denaro ancora disponibile. Rimane abbastanza stabile, intorno al 20%, la percentuale di famiglie che dichiara che non riuscirà a risparmiare.
Stati Uniti
La fiducia dei consumatori in Usa è scesa di un punto arrivando a 77. Il calo è dovuto agli elevati prezzi del gas, all’inflazione alimentare, al mercato immobiliare in difficoltà, al debito pubblico preoccupante, all’indebolimento dei mercati finanziari e ai pochi miglioramenti nel mercato del lavoro. A differenza di altri Paesi del mondo, la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti non ha mostrato miglioramenti. Questa perdurante scarsa fiducia dipinge il quadro di una ripresa economica lenta e moderata.
America Latina
La più grande economia dell’America Latina, il Brasile, continua a guidare la regione con un indice di consumer confidence di 112 nel terzo trimestre. Se da un lato i consumatori sono fiduciosi grazie alle positive generali condizioni dell’occupazione, dall’altro rimangono prudenti: i beni durevoli, le auto e i prodotti legati al credito al consumo potrebbero subire una contrazione rispetto all’anno precedente.
Asia Pacifico
Con 97 punti indice, l’Asia Pacifico continua a fornire solidi risultati di consumer confidence, malgrado il calo di un punto nel terzo trimestre. La macroarea vanta la più alta percentuale di risparmiatori, con il 61% che indica l’intenzione di risparmiare il denaro restante dopo aver coperto le spese essenziali (contro una media globale del 46%). Un consumatore su tre in Asia Pacifico ha anche in programma di investire in azioni/fondi comuni di investimento, percentuale notevolmente più elevata che in qualsiasi altra parte del mondo, quasi il doppio della media globale (18%). L’India ha riportato il punteggio più alto nell’indice di confidence per sette trimestri consecutivi.