In un’intervista esclusiva a Maria Teresa Manuelli per www.foodweb.it, Ralph Z. Sorenson, director di Whole Foods Market, evidenzia le differenze tra il modello alimentare americano e quello europeo e illustra le credenziali necessarie a un’azienda italiana per diventare fornitore della principale catena statunitense di alimenti naturali e biologici.
La videointervista è in inglese. Qui di seguito pubblichiamo il testo della versione in italiano:
Come conciliare la crescente richiesta globale di cibo con le scelte di sostenibilità?
Negli Stati Uniti abbiamo problemi più seri rispetto all’Europa: mangiamo troppo cibo, troppi cibo sbagliato, troppo zucchero, sale e grassi, in particolare grassi modificati. Il risultato è che gli americani consumano troppo cibo e circa un terzo è obeso. Fatto che porta a sicuri problemi di salute, come diabete, malattie alle coronarie, cancro e per risolverli spendiamo cifre astronomiche nell’healthcare. Le faccio un paragone: in America ogni famiglia spende l’8% del proprio budget in cibo, ma come nazione spendiamo il 17% del nostro prodotto interno lordo in healthcare. Percentuale che forse diventerà il 24 per cento. Qui in Europa ogni famiglia spende il 16-17% del proprio budget in cibo, ma di qualità migliore. E ogni nazione dell’Unione europea spende tra l’8 e il 10% del proprio pil nell’healthcare. Ovvero i termini sono invertiti. Inoltre, l’aspettativa e la qualità della vita è decisamente superiore che negli Stati Uniti. Noi abbiamo il grande problema che dobbiamo ancora spendere tempo per introdurre linee guida riguardo a questo.
Quali sono i requisiti di sostenibilità che Whole Foods Market chiede a un fornitore italiano?
Whole Foods Market è il leader mondiale nella vendita di prodotti biologici e naturali. Tuttavia non ci limitiamo a vendere prodotti organici e naturali. Vogliamo essere sicuri su ogni aspetto del food che importiamo dalle aziende, quali per esempio Barilla o altre in Europa o nel mondo: non solo che la qualità sia eccellente o che abbiano i certificati biologici, ma vogliamo anche essere sicuri che i fornitori seguano buone pratiche ambientali e di etichette chiare e corrette unite ad alti standard qualitativi.
Whole Foods, cibo e sostenibilità
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