Conti in attivo, nel 2011, per la bilancia commerciale italiana degli oli di oliva. Un comparto, strutturalmente deficitario che ha potuto beneficiare, l’anno scorso, di un export balzato al massimo storico, aumentato del 6,1% in valore e del 5,7% in termini quantitativi.
All’estero – rileva l’Ismea – sono state inviate nel 2011 oltre 400 mila tonnellate di oli di oliva e sansa, per un incasso che ha superato 1,2 miliardi di euro. Una performance, quella dell’export, sostenuta soprattutto dalla domanda Usa (+8,7% le spedizioni oltre Atlantico), mercato in cui confluisce circa un terzo delle vendite all’estero di oli di oliva made in Italy. A tirare sono stati anche Germania e Francia, mentre l’export ha fatto segnare l’anno scorso una battuta d’arresto sia in Canada che in Giappone.
Il 2011 è stato un anno record anche per le importazioni, con 625 mila tonnellate (+2,2% rispetto la 2010) e 1,2 miliardi di euro (+0,4%). Dalla Spagna gli arrivi sono complessivamente cresciuti, in volume, solo dello 0,4%, mentre la Grecia ha spedito un quantitativo superiore del 13,8% ai livelli 2010.
Da segnalare una brusca flessione degli arrivi dalla Tunisia (-21,5%), a fronte di maggiori importazioni di oli da Marocco, Australia e Cile, seppure per volumi complessivamente modesti.
La bilancia commerciale – conclude l’Ismea – ha chiuso il 2011 con un saldo attivo di 29 milioni di euro. Negli ultimi dieci anni è la seconda volta che l’interscambio commerciale di oli di oliva registra per l’Italia un avanzo di bilancio.
Olio a +6,1% oltre confine
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