Come garantire acqua sufficiente a oltre 1 miliardo di individui che oggi vivono con meno di 20 litri di acqua potabile al giorno? È il tema del sesto World Water Forum, in agenda a Marsiglia dal 12 al 17 marzo. La disponibilità di acqua è una priorità a livello globale, poiché esistono profonde differenze nelle possibilità di accesso e consumo pro capite tra i diversi paesi: confrontando le economie più sviluppate e quelle in via di sviluppo, si va dai 575 litri degli Stati Uniti ai 385 dell’Italia, 285 della Francia, 180 del Brasile, 135 dell’India e 85 della Cina. L’evento rappresenta la principale conferenza mondiale sul tema dell’acqua e si sviluppa attraverso i lavori di diverse commissioni impegnate ad affrontare e proporre soluzioni per 12 priorità globali, come quelle di garantire salute e benessere per tutti e attuare uno sviluppo economico sostenibile mantenendo il pianeta ‘blu’. L’obiettivo è promuovere il confronto e proporre soluzioni che possano essere adottate a livello di policy internazionali.
Il Barilla Center for Food & Nutrition, che al tema della Water economy ha dedicato due studi nei suoi primi tre anni di attività, è presente al Forum, partecipando al dibattito sulla gestione delle risorse idriche con un contributo significativo. Il Comitato del World Water Forum ha infatti indicato i modelli Bcfn della doppia piramide alimentare e ambientale e della Piramide alimentare e idrica tra le idee più efficaci, e li ha esposti in uno spazio dedicato: Il Villaggio delle Soluzioni.
Il Barilla Center ha indagato gli effetti di ciò che mangiamo sulla salute del pianeta: la Piramide alimentare e idrica, in particolare, mette in relazione la tradizionale piramide alimentare con l’impatto dei suoi componenti in termini di consumo di risorse idriche (impronta idrica). Produrre un pomodoro, per esempio, richiede 13 litri di acqua, una fetta di pane 40 litri, 100 grammi di formaggio 500 litri, un hamburger 2.400 litri d’acqua. Più in generale, il consumo d’acqua virtuale giornaliero per alimentarsi varia da circa 1.500-2.600 litri nel caso di una dieta vegetariana ai circa 4mila-5.400 litri in caso di un regime alimentare ricco di carne. Da questa comparazione emerge che gli alimenti della dieta mediterranea, di cui si consiglia un’assunzione più frequente, hanno minore impatto sul consumo di acqua. Al contrario, le scelte alimentari di cui si raccomanda un consumo meno frequente e abbondante, per esempio quelle troppo ricche in grassi e zuccheri, risultano con un impronta idrica maggiore, quindi con impatto più negativo sul benessere del pianeta.
Il Barilla Center for Food & Nutrition contribuirà anche a un momento di approfondimento durante una specifica sessione del Forum che si terrà il 15 marzo dalle 8,30 alle 13,00, dal titolo: “Risparmio idrico e diete sostenibili: ridurre le perdite post raccolto e lo spreco di cibo per molteplici vantaggi”. L’intervento, dal titolo “Piramide alimentare e idrica e menu sostenibili”, sarà a cura di Luca Ruini, esperto in tematiche di sostenibilità ambientale per il Barilla Center for Food & Nutrition.
La piramide Barilla al World Water Forum
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