Il 65% degli italiani ha consumato, nel corso del 2011, almeno una bevanda alcolica: una percentuale che rispetto al 2010 rimane sostanzialmente stabile, dopo che dal 2008 al 2010 si è invece assistito ad un calo di quattro punti percentuali (nel 2008 a consumare era il 69% degli italiani). Nel nostro Paese il consumo è saldamente ancorato a una tradizione legata alla moderazione, alla buona tavola e alla convivialità. Un valore e un modo di avvicinarsi e vivere il consumo degli alcolici che incarna lo “stile mediterraneo”. E’ quanto emerge dalla ricerca “I giovani, il consumo di bevande alcoliche e lo stile mediterraneo” realizzata da Nielsen per Federvini.
La ricerca – la quarta di una serie cui Federvini ha dato avvio nel 2006 e che ha potuto contare su un panel di 9mila famiglie e oltre 25mila individui – ha voluto indagare il modello di consumo di bevande alcoliche da parte degli italiani, mettendo a fuoco in particolar modo la conoscenza di quello “stile mediterraneo” che da tempo Federvini sostiene come modello di consumo indispensabile per diffondere, anche e soprattutto nei giovani, la cultura del bere buono e moderato e prevenire fenomeni di abuso.
Solo il 22,75% degli italiani consuma quotidianamente o quasi bevande alcoliche e, tra quanti consumano, il 62% si ferma a un bicchiere e un altro 25% non supera i due. Si conferma forte il binomio “buon vino-buon cibo”: l’86% degli italiani beve infatti in occasione dei pasti e tra le motivazioni per cui si consumano bevande alcoliche spiccano l’accompagnamento al cibo e l’apprezzare il sapore. Di riflesso, i principali luoghi dove vengono consumate le bevande alcoliche sono la propria casa (83%) e il ristorante (49%), seguiti da pub/bar (25%) e discoteche (6%).
Il 36% degli intervistati ha consapevolezza dello “stile mediterraneo” come modello di consumo misurato, all’insegna della convivialità e del buon vivere: “bere con moderazione senza perdere il controllo per poterne apprezzare il gusto” è la caratteristica che lo contraddistingue per l’81% degli italiani che lo conoscono. Uno stile di consumo responsabile, la cui conoscenza è certamente più diffusa nelle fasce di età più mature (41% tra i 45-54, 38% tra i 55-64) e in contesti socio-economici più istruiti (46% tra i laureati, 41% tra i diplomati), ma che può contare su una discreta conoscenza anche dei più giovani (37% tra i 25-34, 31% tra i 17-20).
La maggior parte dei giovani italiani beve moderatamente e lo fa sempre in compagnia. I giovani tra i 17 e i 20 anni consumano bevande alcoliche principalmente per gustarne il sapore (64%), per socializzare (41%) – essendo spesso il bere considerato un comportamento legato all’allegria, alla relazione e allo stare insieme – e per accompagnare il cibo (30%). Essendo legato prevalentemente a un consumo sociale e non essendo radicata per i 17-20enni l’abitudine di cenare fuori casa, le bevande più consumate risultano essere i cocktail alcolici (21%), seguiti dalla birra (18%), dal vino (14%) e dagli spumanti/champagne (8%).
I giovani che hanno avuto occasione di consumare bevande alcoliche nell’ultimo anno lo hanno fatto principalmente nei pub/bar (66%), seguiti dalle discoteche (44%) – all’interno delle quali meno di un giovane su due ha dichiarato di aver consumato alcolici – dai ristoranti (38%) e dalle proprie case (35%).
Il primo assaggio degli italiani avviene mediamente a 15 anni ed è quasi sempre legato ad una occasione speciale e a contesti tradizionali e controllati (36% una ricorrenza, 22% una festa in casa, 14% a casa con genitori/parenti). Contesti che si confermano essere quelli in cui avviene il primo assaggio anche per oltre il 50% dei i giovani fra i 17 e i 20 anni.
In generale, quello delle bevande alcoliche nel nostro Paese resta prevalentemente un consumo maschile (lieve diminuzione delle donne bevitrici, -2% vs 2010) e dell’età adulta: ha consumato almeno una bevanda alcolica nell’ultimo anno circa il 70% degli italiani sopra i 35 anni.
Per il 2011 il vino si conferma la bevanda alcolica più consumata (51%), seguito dalla birra (38%) e dagli spumanti e champagne (20%), anche se si osserva rispetto allo scorso anno una leggera flessione per tutti i prodotti maggiormente apprezzati dagli italiani, anche a causa della congiuntura economica.
I dati sono in linea con gli ultimi pubblicati dall’Oms sul consumo di alcol in Europa, dai quali emerge che i più forti consumatori di vino, Italia e Francia, sono anche quelli che nel corso degli ultimi decenni hanno sperimentato un maggiore calo nel consumo pro-capite di alcolici. L’Italia non solo risulta avere uno dei consumi pro-capite di alcolici tra i più bassi d’Europa (nel 2009 6,4 lt/pro-capite, fonte: Istituto Superiore di Sanità), ma ha anche una frequenza minore del binge-drinking, lo sballo del sabato sera (fonte: Oms).
“Federvini ha anche quest’anno deciso di promuovere questa ricerca per dare continuità a quel percorso – ha affermato Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini – che ha iniziato e sta portando avanti con impegno per valorizzare e diffondere lo “stile mediterraneo” e diffondere messaggi di condanna dell’abuso e dell’uso scorretto delle bevande alcoliche, impegno testimoniato dalle diverse iniziative di comunicazione che abbiamo messo in campo in questi anni, come per esempio l’ultima campagna televisiva che abbiamo appunto realizzato su “Lo Stile Mediterraneo”. Con questa ricerca abbiamo voluto approfondire anche l’approccio dei giovani verso il consumo; ci sono segnali positivi ma certamente si può fare ancora di più. Crediamo in un approccio positivo, diretto all’educazione verso stili di consumo mediterranei – moderati, conviviali e ai pasti, tipici della nostra cultura secolare e garanzia di responsabilità e misura – ritenendo invece che politiche proibizionistiche non siano efficaci e anzi generino spesso un effetto contrario a quello voluto, come peraltro dimostrano i dati sull’abuso di alcol in quei Paesi europei che le hanno adottate. Un ruolo importante nella diffusione della cultura del bere responsabile lo hanno certamente la famiglia e la scuola, i primi nuclei in cui nasce e cresce la coscienza sociale dei giovani, ma in questa direzione, ribadisco, va anche tutto il nostro impegno. Modelli di comportamento positivi in famiglia, informazione corretta e cultura del prodotto alcolico sono parte integrante della nostra tradizione e come tali debbono essere trasmessi e condivisi con le generazioni future”.
Il bere mediterraneo fa scuola
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