Un supermercato fatto di semplicità e di partecipazione? Tranquilli, non è in Italia, ma in Gran Bretagna. Si chiama People’s Supermarket, e una delle sue caratteristiche è che i clienti, quelli più fedeli, lavorano gratis. State pensando sia una solenne ‘sola’? State sorridendo pensando all’ennesima trovata giornalistica? Niente affatto. Per una prima informazione potete digitare l’indirizzo su internet, ma la cosa migliore è andare a Londra, al 72-78 di Lamb’s Conduit Street. Il sociologo Francesco Morace lo indica come capostipite di una tendenza che lui considera decisiva: Priceless set. Che tendenza è? Subito spiegata: la sostanza diventa eccellenza. Infatti il People’s Supermarket è un progetto partito da persone normali che erano stanche di prodotti e servizi standardizzati e molte volte cari. L’ossimoro che abbiamo indicato prima ha una sua osmosi nel concetto di collaborazione: i clienti aiutano i commessi (con consigli, ma anche con aiuto concreto) e i commessi (che molte volte sono gli stessi clienti) aiutano i clienti. Dice Francesco Morace che per molti il People’s Supermarket non è una semplice cooperativa alimentare, ma il segno di una nuova rivoluzione in atto. Una risposta alternativa, raffinata e articolata al mondo alimentare gourmet, che spesso basa il proprio successo non sulla sostanza dell’eccellenza ma sull’esclusività dei linguaggi.
Prezzi equi e Priceless Set
A questo punto va svelata la location che, come sapete bene, nel caso dei supermercati vale il 50% del fatturato: si trova nel quartiere di Holborn, una zona ricca per censo e per frequentazioni (negozi di moda esclusivi, ma non standardizzati, intellettuali). La comunicazione adottata è semplice e molto vicina al comune sentire, con tutte le lavorazioni in vista, dalla gastronomia alla panetteria.
Il sistema di prezzi, poi, è davvero rivoluzionario: alla base, nella comunicazione e nei fatti, sono equi, cioè puntano all’ottimale rapporto valore-prezzo. Sono più bassi per i dipendenti, che godono di promozioni esclusive. “La tendenza Priceless Set – dice Morace – va definendo un territorio estetico che implementa il semplice concetto di esclusività, attraverso una dinamica inclusiva, che appaga il desiderio di condivisione fondato sulle affinità e le passioni”.
C’era una volta Superquinn
Nella filiera così costruita al centro c’è la persona: cliente o commesso che sia, in un rapporto, come detto, osmotico e ostinato. La memoria va alla gestione voluta dalla famiglia Quinn nei suoi supermercati, Superquinn negli anni Novanta. Grappoli di clienti che si prestavano gratuitamente venivano riuniti in appositi team work e giudicavano apertamente il supermercato partendo dal layout, la gestione dei reparti, i prodotti, soprattutto le store brand, la comunicazione, i servizi. In pratica, il signor Quinn che, addirittura, fu chiamato a fare il ministro delle Poste, aveva avuto la geniale idea di trasformare i suoi clienti in collaboratori, facendoli diventare dei ConsumAutori, per dirla ancora con Morace, cioè partecipi della vita del supermercato. Famoso era stato il successo delle politiche di loyalty. Che fine ha fatto l’esperienza di Quinn? È nella testa del consumatore irlandese, nonostante la catena sia stata venduta a una finanziaria e l’esperienza di democrazia da supermercato sia terminata. Curiosamente, adesso, è stata ripresa da People’s Supermarket: ma per carità non chiamatelo ‘supermercato di sinistra’, perché anche al 72-78 di Lamb’s Conduit Street vige la legge del conto economico. Ci mancherebbe altro.
Luigi Rubinelli
Il retail del futuro? È partecipazione
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