Di fronte all’annuncio dell’aumento dell’1% nella legge di stabilità, approvata la notte scorsa dal Consiglio dei ministri del Governo Monti, la levata di scudi di industria e distribuzione arriva all’unisono.
“Un grave errore la mancata cancellazione dell’aumento dell’iva – è il commento di Filippo Ferrua Magliani, presidente di Federalimentare, in una nota ufficiale – più volte annunciata dal Governo. L’incremento di un punto per le aliquote del 10 e del 21% è una mazzata da 1,5 miliardi di euro sui consumi alimentari che andrà a colpire, in un contesto già depresso, molti prodotti anche di prima necessità come, per esempio, carni, prodotti ittici, acque minerali, yogurt, birra, vino, caffè e peserà molto di più sulle famiglie deboli già dal prossimo luglio. Per contro, gli sgravi sulle due aliquote irpef più basse andranno a beneficio solo dei cittadini che dispongono di un reddito superiore alla no tax area, escludendo un gran numero di indigenti e pensionati. Le famiglie, strette tra la morsa di una crescente pressione fiscale e gli effetti di una crisi che non accenna a risolversi, sono sempre più in difficoltà: a fine 2012 i consumi alimentari domestici registreranno una perdita cumulata, sull’arco degli ultimi sei anni, di ben 9 punti percentuali in termini reali, mentre sono ormai 3,3 milioni le persone che accedono a una qualche forma di assistenza alimentare. Con questi presupposti, l’aumento dell’iva allontana le deboli prospettive di ripresa di fine 2013 e aggrava le difficoltà di cittadini e imprese del settore alimentare, la cui redditività sta progressivamente scendendo da molti anni: nel solo 2011 è calata di oltre il 3% mentre la produzione ha perso nell’ultimo biennio quasi il 3,5%, con possibili ripercussioni sul versante occupazionale”.
Un’estrema preoccupazione per gli effetti sulla spesa delle famiglie italiane viene manifestata anche da Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, ai vertici della gdo nel nostro Paese con una quota di mercato del 18,4%, un fatturato di oltre 13 miliardi di euro, 1.474 strutture di vendita, oltre 56.900 addetti.
“L’annunciato aumento dell’Iva, anche se di un solo punto percentuale – afferma Tassinari – è un’autentica calamità. Provocherà un ulteriore abbassamento dei consumi e comporterà un aggravio di circa 270 euro a famiglia, che non sarà certo compensato dal mini taglio dell’Irpef. In tempi di recessione, è assolutamente controproducente e tale da generare esiti ancora più devastanti sul potere d’acquisto delle famiglie e sui consumi rispetto alla già complessa situazione attuale. Questo provvedimento, che inciderà sul 73% dell’intero paniere di spesa delle famiglie, si innesta in uno scenario negativo su cui incombe un aumento dell’inflazione che nel corso del 2013 avevamo stimato di circa il 5% e che in queste ultime settimane si è ulteriormente aggravato. Gli aumenti dei listini specie in materie prime rilevanti come i cereali, i latticini, il petrolio, che impattano pesantemente sui costi di produzione industriali e zootecnici sono una realtà con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Rimaniamo convinti che anziché una manovra di questo tipo sarebbe necessaria un’altra manovra, che compatibilmente con la tenuta dei costi, punti a sostenere i 20 milioni di famiglie a reddito basso, medio basso e medio, così da generare un rilancio dei consumi che sono un motore fondamentale per la ripresa della nostra economia”.
Aumento iva, le reazioni di Federalimentare e Coop
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