Eroski inaugura il primo super 100% ecosostenibile d’Europa

Eroski inaugura il primo super 100% ecosostenibile d’Europa

La catena cooperativa spagnola Eroski ha inaugurato ufficialmente lo scorso 13 dicembre a Oñati (Gipuzkoa), nei Paesi Baschi, il primo supermercato 100% sostenibile d’Europa (aperto al pubblico dal 10 ottobre): un nuovo modello di negozio in grado di ridurre del 65% il consumo energetico rispetto a negozio tradizionale. Si tratta del primo punto vendita che oltre a ridurre in grande misura le emissioni di CO2, può compensare il rimanente 35%: perciò, oltre a essere stato il primo negozio a ottenere la certificazione Breeam España di edificio sostenibile, è anche il primo in Europa ad avere la certificazione Iso 50001 di gestione energetica. Il supermercato di Oñati, con insegna Eroski center, è il primo negozio Zero Emissioni di Eroski e il terzo impianto ecoefficiente della cooperativa: un progetto intrapreso nel 2008 con l’elaborazione di una mappa globale dell’impatto e dei rischi ambientali legati alla attività distributiva e uno studio di efficientizzazione energetica. Nel 2010 sono state implementate le misure di ecoefficienza testate in alcuni ipermercati e supermercati ed è stato inaugurato il primo negozio ecoefficiente di Eroski nel quartiere di Gros, a San Sebastian, a cui ha fatto seguito quello di Castro Urdiales, in Cantabria. In un’intervista esclusiva a foodweb.it, Alejandro Martínez Berriochoa, direttore di Fundación Eroski, parla delle linee guida della politica di educazione dei consumatori e di responsabilità sociale e ambientale della catena spagnola.
La videointervista è in spagnolo. Qui di seguito pubblichiamo il testo della versione in italiano:
Quali sono le linee guida dell’attività di Eroski sul piano dell’educazione nutrizionale e ambientale dei consumatori?
In Eroski stiamo lavorando in una doppia prospettiva: la prima, visto che siamo un’azienda di distribuzione e quindi abbiamo negozi e una marca privata importante che copre il 45-50% delle vendite: perciò abbiamo una responsabilità molto specifica per i prodotti che vendiamo, e soprattutto per quelli che vendiamo con il nostro nome. In un’altra prospettiva, siamo un attore sociale, siamo una realtà che intende sviluppare la conoscenza dei consumatori affinché possano adottare uno stile di vita sano e salutare. Sul primo dei due assi abbiamo diverse direzioni di lavoro: stiamo parlando di migliorare le informazioni nutrizionali dei nostri prodotti. E questo succede a cominciare dalle informazioni che troviamo sul packaging dei prodotti. Stiamo parlando de l’adozione di un sistema semplice che permetta che i clienti da una semplice lista possano conoscere i dati più rilevanti da un punto di vista nutrizionale dei prodotti e possano pertanto decidere con consapevolezza e, ovviamente, con libertà. È un impegno che abbiamo sviluppato da alcuni anni sul packaging di tutti i prodotti a marca privata, che sono circa 2.500-3mila referenze. Detto così, sembra poco, ma comporta un grande lavoro. Il secondo asse di questo lavoro non è solo migliorare il packaging, ma anche il contenuto: va bene disporre delle informazioni nutrizionali di quello che c’è dentro, ma l’ideale è che il contenuto sia ogni volta migliorato. A tale scopo, stiamo continuamente rivedendo le ricette, le schede tecniche dei prodotti per migliorare il profilo nutrizionale e sempre con lo sguardo rivolto a mantenere e migliorare la parte organolettica: sapore, odore, consistenza del prodotto e anche, naturalmente, il livello di prezzo che è fondamentale. Perché la principale motivazione per comprare un prodotto non è la salute, ma è il sapore, il gusto di mangiarlo, e logicamente il prezzo è un limite importante. In questo senso, abbiano ottenuto abbastanza successo: abbiamo eliminato completamente gli acidi grassi trans dei prodotti. Gli acidi grassi trans sono aggiunti nel processo di lavorazione: ora non c’è più nessun prodotto della nostra marca privata che li contenga. Lavoriamo seguendo le indicazioni dell’Oms. Non ci sono ingredienti transgenici nei prodotti a marca privata di Eroski. E abbiamo lanciato nel 2012 una nuova linea di prodotti che costituisce l’opzione più salutare dentro la nostra offerta: abbiamo migliorato le ricette in maniera che il 25-30%, come minimo, di riduzione di grassi, di zucchero, di sale o incremento, nella stessa proporzione, di fibre alimentari, che è una delle carenze della dieta e vorrei dire che i consumatori possono accedere in maniera facile a un’opzione che sostituisce uno standard della categoria perché promuove l’adozione di un modello di vita salutistico semplicemente scegliendo un prodotto alternativo, chiaramente allo stesso livello di prezzo e con una particolare caratteristica nel gusto e in sapore che dev’essere superata, perché un biscotto senza sale né zucchero, o con meno sale o zucchero, è dietetico, ma se sa di cartone, poi nessuno torna a comprarla, chiaramente. Queste sono alcune delle linee di lavoro che abbiamo. Siamo anche preoccupati delle indicazioni di tutto ciò che ha relazione con prodotti che possono contenere glutine. Abbiamo una linea gluten free e priva di ingredienti allergeni. Dal punto di vista ambientale, stiamo lavorando anche su un altro asse: stiamo ridisegnando il packaging dei prodotti per ridurre l’utilizzo di materie prime e stiamo anche cambiando il modello di negozio in modo da avere un negozio che consumi meno energia e che emetta meno CO2. In questo senso, abbiamo appena inaugurato, un mese fa circa, un nuovo format di negozio che reduce del 65% il consumo di energia elettrica rispetto a un negozio tradizionale della stessa metratura, che è un risultato conseguito che riteniamo importante. È un negozio a emissione zero: il primo negozio a emissione zero nell’atmosfera di CO2 in Spagna e in Europa, certificata con la Iso 50001 e con il Breeam (Building Research Establishment Environmental Assessment Methodology, ndr) e pertanto per  dare seguito alla nostra storia ora stiamo pensando a un negozio completamente autosufficiente. Un negozio che non consuma energia e che inoltre non emetta CO2 e spero che sia una realtà nel futuro più vicino.
Quale impatto ha l’attuale grave crisi economico-finanziaria sui consumi in Spagna?
L’impatto della situazione economica del nostro Paese è chiaramente rilevante e sta cambiando le abitudini di consumo dei cittadini. Ci sono alcune cose che già si stanno manifestando da alcuni anni e sono tendenze che si stanno già assestando nella nostra società. La prima è la migrazione del consumo di alcuni prodotti ad altri o da alcune marche ad altre. Il consumatore chiaramente sta migrando verso la marca privata dei grandi retailer, tra cui anche noi, però logicamente anche di altri competitors, perché cerca una soluzione di rapporto tra qualità, sicurezza e prezzo, allineata al suo nuovo contesto economico. E la marca privata sta risolvendo in questo senso il problema quando un tempo non lo faceva o non lo faceva tanto e i consumatori non percepivano che fossero opzioni del tutto praticabili. Noi vediamo come la gente sta cambiando il suo atteggiamento verso la marca privata e come la nostra marca propria sia davvero molto affidabile anche per come la stiamo trattando in maniera molto positiva, mentre altri distributori lo stanno soffrendo in maniera negativa. Eroski è stata la prima impresa a lanciare la marca del distributore nel nostro paese, e di fatto la marca privata in Spagna si chiama ‘marca blanca’, perché il nostro packaging quando la lanciammo negli anni Settanta era di color bianco e lasciammo così un po’ un segno fino alla maniera di chiamarla. Ci sono altri cambiamenti: per esempio, anche in alcune categorie, si sta notando una migrazione. Tra le carni di prezzo, il pollo e il maiale stanno vivendo una migrazione delle vendita proveniente dalle carni un po’ più care come per esempio il vitello o il manzo. Questo lo stiamo notando. E anche, curiosamente, c’è una migrazione dal prodotto fresco a quello trasformato in alcune categorie: perché anche qui sembra che la percezione del valore/prezzo sta cambiando nella mente del consumatore. Dal punto di vista dell’adozione di modi di vita salutistici, potremmo chiederci se la crisi ha una sua influenza: e in effetti sembra che i dati dimostrino che mangiar sano non va di pari passo con il mangiar a un prezzo accessibile. Questo non è stato qualcosa di realmente assunto del tutto nella mente del consumatore. Sembra quindi che mangiar sano sia più caro: e noi di Eroski siamo chiaramente contrari a questa idea. La combattiamo con una proposta di prodotti più salutistici allo stesso livello di prezzo e la combattiamo anche con un’enorme quantità di informazioni ai consumatori che elaboriamo con la nostra fondazione e attraverso i prodotti informativi per i consumatori affinché possano adottare stili di vita salutistici nel modo più semplice possibile.
Quale ruolo concreto hanno le certificazioni di filiera e ambientali per il futuro della produzione agroalimentare mondiale?
La certificazione è sempre una garanzia: in questo senso, sembra chiaro che il futuro possa passare per di lì. Ha – e parlo dal punto di vista del nostro contesto, e intendo del mercato spagnolo – ci alcune questioni pratiche che bisogna considerare. La prima di questa sarebbe l’enorme profusione di marchi di garanzia e di certificazioni che esistono, che sono un elemento che confonde il consumatore. Abbiamo molti marchi e la gente non sempre capisce cosa c’è dietro questi marchi. Questo da una parte. In seconda battuta, oltre a essercene tanti, non tutti sono ugualmente severi rigorosi e anche questo confonde un consumatore che non ha tempo né la preoccupazione di saperne di più. Perciò un marchio di garanzia poco interessante può anche screditare i marchi in generale. E poi bisogna pensare che il livello di coscienza sociale in Spagna riguardo a certi temi ambientalisti è ancora piuttosto arretrato rispetto ad altre società occidentali che sono più attente a queste tematiche, come nei Paesi scandinavi, Germania, Regno Unito, ecc. Diciamo che per noi questi Paesi sono un po’ i riferimenti: speriamo di raggiungere questo livello di coscienza sociale nel giro di pochi anni. Per questo secondo aspetto, è quello che sta facendo Eroski a tale proposito, dato che siamo sostenitori e stiamo lavorando in questo senso: siamo licenziatari del marchio del commercio equo-solidale e teniamo diversi prodotti, lavoriamo nell’ambito del biologico, siamo certificati con la SA 8000 sulla responsabilità sociale, che ha la normativa dal punto di vista sociale più rigorosa, per salvaguardare le condizioni di lavoro in tutta la filiera. E quando uno compra praticamente in tutto il mondo, questo ha la sua importanza, perché non proteggiamo solo i lavoratori di Eroski, dato che la normativa salvaguarda appunto le condizioni dei lavoratori di tutta la filiera, compresi i produttori. A riprova del nostro coinvolgimento su queste tematiche. Dal 2003 abbiamo questa certificazione. Infine, come s’è detto, abbiamo certificato anche il nostro nuovo negozio con la Iso 50001, abbiamo centri distributivi con la Iso 14001, nonché il certificato Breeam e vendiamo appunto prodotti equosolidali anche fuori dalla marca privata, con i brand dei produttori. Quindi siamo proattivi, e pensiamo che queste certificazioni siano una soluzione ma prima bisogna far sì che la collettività dei cittadini capisca cos c’è dietro un marchio di certificazione, perché altrimenti non ha alcun senso metterlo, e la gente semplicemente non lo prende in considerazione nel suo atto d’acquisto.

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