A fine 2012, i consumatori italiani percepiscono come sempre più grave la situazione di recessione dell’economia nazionale e il calo del loro potere d’acquisto. Il persistere della crisi economico-finanziaria in Europa, insieme alle iniziative intraprese dai Governi per la riduzione del debito pubblico, condizionano sempre di più la fiducia delle famiglie. Secondo la Xmas Survey di Deloitte – l’indagine condotta a livello internazionale dalla società di consulenza, giunta ormai alla 15a edizione – l’82% dei consumatori italiani ritiene che l’Italia sia ancora in recessione contro una media europea pari al 55 per cento.
Sale al 60% (58% nel 2011) la percentuale di nostri connazionali che ritengono di aver un minor potere d’acquisto rispetto all’anno precedente. Una percezione diffusa in tutti i Paesi europei dove, per la prima volta dal 2008, i consumatori pensano di essere più “poveri” rispetto all’anno precedente. Tale sensazione è particolarmente marcata in Spagna (dove il 53% dei consumatori pensa di avere minore potere di acquisto rispetto al 38% nel 2011), in Portogallo (68% contro il 62% del 2011) e in Grecia.
Gli italiani confermano anche di avere una percezione più pessimistica (57% contro il 49% della media europea) circa la speranza di una ripresa economica nel 2013.
Sull’andamento del potere d’acquisto nel 2013, il 48% dei consumatori italiani si considera preoccupato e mantiene una visione negativa (contro il 34% in Europa), mentre solo l’8% pensa che la propria capacità di spesa migliorerà (contro il 19% in Europa).
“Ritengo che questa diminuzione di fiducia del consumatore italiano – afferma Dario Righetti, partner Deloitte e responsabile per il settore Consumer business, nella nota stampa – più marcata rispetto alla media europea, sia dovuta alla riduzione, nel triennio della crisi, di circa il 7% del reddito pro capite in Italia e di conseguenza anche il risparmio e la ricchezza ne hanno sofferto. Tale clima induce i consumatori ad avere maggiore apprensione e attenzione al livello dei prezzi al momento dell’acquisto. Data la cultura e la tradizione del nostro Paese, permane comunque il forte desiderio di celebrare le festività natalizie”.
Sempre più attenti al rapporto prezzo/utilità
Prezzo e utilità dei prodotti sono diventati i fattori chiave per la scelta d’acquisto rispettivamente per il 92% e l’87% degli acquirenti europei. Il denaro risulta essere il principale regalo desiderato in 14 Paesi su 18, mentre i libri saranno la principale scelta di acquisto nella maggior parte dei Paesi europei.
In Italia, 7 consumatori su 10 prenderanno in considerazione prodotti a elevata utilità da regalare. La caccia del prezzo è sempre aperta: il 69% dei consumatori italiani gireranno i negozi alla ricerca di prodotti in promozione. Il 62% ammette che comprerà regali meno costosi rispetto allo scorso anno, mentre il 60% dei consumatori ridurrà gli acquisti d’impulso.
“Gli italiani non rinunceranno agli acquisti – afferma Righetti – ma presteranno una maggiore attenzione alla qualità intesa come utilità: i retailer perciò dovranno preoccuparsi di fornire trasparenti e semplici informazioni circa i vantaggi funzionali dei singoli prodotti indipendentemente dalle considerazioni sui prezzi”. La maggioranza degli italiani vorrebbe trovare sotto l’albero denaro (48%) e viaggi (45%) ma in realtà riceverà libri (45% delle intenzioni) e prodotti di cosmetica (25%).
Budget per le feste sempre più risicato
Gli italiani hanno dichiarato di programmare per le festività natalizie un budget di spesa medio pari a 551 euro, inferiore alla media europea (591 euro), con un calo del -3,7% rispetto alle previsioni di spesa del 2011.
Il budget di spesa medio di 591 euro dei consumatori europei per le festività natalizie risulta tra l’altro leggermente in crescita rispetto alle intenzioni dello scorso anno (587 euro), nonostante la situazione di incertezza economica.
La spending review del consumatore
Per preservare il budget di spesa, gli europei si dichiarano disposti a spendere meno per le attività del tempo libero (33% degli intervistati), vacanze (29%) e abbigliamento (33%).
Una riduzione trasversale a tutte le voci di spesa la si riscontra tra i consumatori di Irlanda, Francia, Portogallo, Spagna e Grecia, mentre una riduzione solo per determinati prodotti in modo da poter sostenere gli acquisti di altri beni è la via scelta dai consumatori di Italia, Svizzera, Belgio, Danimarca, Olanda e Repubblica Ceca. Non ci si ripromette alcun cambiamento nella ripartizione della spesa da parte dei consumatori in Germania, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia e Russia.
Il calo del -3,7% del budget natalizio 2012 in Italia rispetto all’anno scorso è il frutto di una riduzione mirata soprattutto alla categoria “gift” (-8,6%) che supporta e sostiene la vendite di prodotti della categoria “food & drink” (+2,1%). Il 74% degli italiani intervistati dichiara di essere disposto a spendere meno per i prodotti di abbigliamento, il 72% per le attività di divertimento e il 71% per la tecnologia, mentre solo il 51% è disposto a ridurre qualche spesa alimentare o salutistica.
Il consumatore italiano, con la riduzione del reddito pro capite a cui si sta assistendo, tende sempre più alla pianificazione d’acquisto basata sulla convenienza dei prodotti e dei punti vendita: il 61% dei consumatori intervistati dichiara infatti che effettuerà gli acquisti presso punti vendita più economici.
Oltre al prezzo, gli italiani continuano ad essere sensibili sia alla sostenibilità ambientale (8 italiani su 10 eviteranno di acquistare prodotti che hanno impatti negativi sull’ambiente) sia all’etica sociale (l’83% non acquisterà prodotti derivanti dallo sfruttamento di lavoro minorile), il concetto di “buono-pulito-giusto” si sta sempre più diffondendo anche nel nostro Paese.
“Le aziende che vogliono cogliere opportunità nel 2013 – sostiene Righetti – dovranno fare i conti con un consumatore sempre meno disposto a pagare i prodotti più del loro reale valore (value oriented piuttosto che low-cost oriented). È per questo motivo che le aziende devono porre in essere strategie volte alla creazione di valore, come sta accadendo nel settore alimentare, che, come descritto in una recente ricerca Deloitte – “Il settore agroalimentare, un patrimonio made in Italy da consolidare e rinnovare” – è uno dei settori più reattivi di fronte alla crisi e che fa dell’Italia l’avanguardia a livello europeo grazie alla qualità dei prodotti offerti. Infatti, la centralità del cibo e il miglioramento continuo delle condizioni di vita possono e devono valorizzare le numerose eccellenze locali italiane poiché incontrano sempre più le percezioni del consumatore presente e futuro che riconosce le aziende virtuose e le segue”.
Le intenzioni di spesa per le festività 2012
Paese | Variazione |
Ucraina | +13,5% |
Polonia | +11,5% |
Russia | +8,6% |
Germania | +7,0% |
Svizzera | +4,1% |
Belgio | +2,7% |
Finlandia | +2,2% |
Slovenia | +0,8% |
Francia | +0,7% |
Danimarca | +0,3% |
Olanda | +0.3% |
Lussemburgo | +0,2% |
Irlanda | -1,7% |
Rep. Ceca | -2,7% |
Italia | -3,7% |
Spagna | -3,9% |
Portogallo | -13,5% |
Grecia | -16,2% |
Europa | -0,8% |
Fonte: Deloitte