Fra qualche anno, il supermercato sarà on line in 3D. E già ci sono esperimenti in atto da Wal-Mart e Tesco. Di più: entro l’anno Google lancerà Project Glass, occhiali con applicazioni per risaltare la realtà aumentata: ognuno potrà vedere l’offerta da una propria visuale, secondo i suoi interessi e desideri, in una nemesi di Crm auto-personalizzato (vedi http://youtu.be/9c6W4CCU9M4). Come cambierà, allora, il concetto di scelta?
Vediamo il progetto di Google, che si sta allargando. La società di Mountain View infatti ha da poco registrato un ulteriore brevetto denominato “nose bridge” e legato al Project Glass, trasformando un paio di occhiali in un vero e proprio computer di bordo, con la possibilità di registrare video, scattare foto, pubblicare post su Google plus, navigare turn-by-turn e altro.
Pure Microsoft ha presentato una richiesta di brevetto per un sistema di realtà aumentata simile al Project Glass sviluppato da Google. Anche in questo caso, tutto si basa su un paio di occhiali che visualizzano informazioni aggiuntive su ciò che sta vedendo chi li indossa: l’impostazione però è meno pervasiva di Project Glass. Il sistema Microsoft infatti non è progettato per essere indossato sempre, ma per un uso saltuario: in particolare durante eventi dal vivo, in cui gli occhiali mostrano dati di contorno relativi a persone e oggetti che entrano nel campo visivo dell’utente.
Il brevetto Microsoft indica che gli occhiali integrano varie tecnologie che permettono di stabilire la posizione dell’utente nello spazio, la direzione in cui è orientato il suo sguardo e il suo angolo di visione. Questo è possibile grazie all’uso di un sensore Gps, di un accelerometro e di una bussola magnetica, mentre l’angolo di visione viene valutato mediante una telecamera posta anteriormente agli occhiali. Un sistema basato su otto coppie di emettitori e rilevatori di luce infrarossa, ciascuna posta a uno dei quattro angoli delle due lenti, permette invece di rilevare con precisione la posizione delle pupille e di compensare eventuali differenze tra la direzione in cui guardano gli occhiali e quella effettiva degli occhi.
Forzando le possibili interpretazioni di questi due sistemi (Google e Microsoft), possiamo davvero dire che il consumatore potrà fare in proprio una serie di rilevazioni e comparazioni oggi appannaggio del sistema b2b. Di più: potrà venderle al miglior offerente, partendo proprio da Google e Microsoft, ai quali, è lecito supporlo, si aggiungeranno presto altri competitor. Molte società di ricerche rimarranno disoccupate, a cominciare da quelle che incentrano la loro metodologia sull’indagine psicografica o di quelle che in laboratorio simulano il lineare di un supermercato e interpretano segni di disappunto o di adesione del consumatore a questa o quella situazione. Dimenticavamo il prezzo degli occhiali: 2mila dollari, che, come tutte le tecnologie, nel volgere di qualche decina di mesi si abbasseranno drasticamente.
Se non siete convinti di questi cambiamenti vi riportiamo la nascita di un altro servizio destinato a sviluppi interessanti. Si tratta di BeMyEye. Tramite un’apposita app, una rete di studenti e casalinghe si prenota per fare una ricerca di mercato senza conoscere l’appaltatore del servizio: entrano in qualsiasi punto di vendita, scattano la foto desiderata dal committente (un prezzo, una promozione, un fuori scaffale, uno stand floor o altro ancora) e la inviano al server di BeMyEye. L’insieme delle fotografie in tutta Italia permetterà in mezza giornata di controllare l’operazione indagata a un costo davvero ridotto. Anche in questo caso il sistema del Crm verrà stravolto, Ancora per semplificare, possiamo dire che diventerà democratico. Con benefici per tutta la filiera. Luigi Rubinelli
Il futuro? È negli occhi del consumatore
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