Sono quasi 200 le tipologie di prodotti ritirate dal commercio in almeno 24 Paesi (soprattutto in Europa, ma anche in Asia e America), con danni che hanno superato il miliardo di euro tra confezioni sequestrate e distrutte, cali nei consumi provocati dalla psicosi, costi dei maggiori controlli da parte delle istituzioni e delle aziende del settore e perdita di valore delle aziende interessate. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sul monitoraggio del portale eFoodAlert.net, che evidenzia il coinvolgimento di molte multinazionali dell’industria alimentare e del retail, da Findus a Nestlè, da Carrefour a Auchan fino a Lidl e Ikea. La presenza di carne di cavallo è stata rilevata in diverse tipologie di prodotti trasformati a base di carne di manzo: lasagne, tortellini, ravioli, cannelloni, hamburger, polpette, kebab, moussaka fino al goulash. Una riprova dei limiti della legislazione comunitaria nel garantire la trasparenza degli scambi commerciali, che richiederebbero, per esempio, l’estensione a tutti i prodotti dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta.
Lo scandalo della carne di cavallo ha evidenziato i flussi di traffico delle partite di carne da un capo all’altro dell’Europa attraverso intermediazioni poco trasparenti. Un meccanismo che, secondo Coldiretti, rende difficile risalire all’origine delle contaminazioni sia per le multinazionali che per le piccole aziende. Nel frattempo, sono aumentati del 37% gli italiani che verificano la provenienza degli alimenti da mettere nel carrello di fronte alle rincorrersi delle emergenze alimentari, secondo una indagine Coldiretti/Swg che attesta altresì che il 47% degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali.
Carne di cavallo, l’effetto è globale
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