Con l’avvio dei controlli nei punti vendita su lasagne, cannelloni, sughi e altri piatti pronti, sono emersi i primi casi di presenza di carne equina al posto di carne bovina. L’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha segnalato il riscontro di positività per carni equine, non dichiarate in etichetta, in un campione di lasagne surgelate prelevate dal Nas di Brescia, in applicazione del monitoraggio disposto dal ministero della Salute, in un supermercato di Brescia. Il dna equino è stato rinvenuto nelle ‘Lasagne alla bolognese’ da 600 g prodotte e confezionate da Primia, azienda di San Giovanni in Persiceto (Bo), che ha utilizzato carne macinata della ditta di import/export Dia di Calcinato (Bs), ricavata a sua volta da carne fornita da due ditte della provincia di Brescia, presso le quali sono in corso una serie di accertamenti.
Le indagini condotte dai Nas di Bologna e Brescia hanno portato al ritiro immediato dal commercio delle lasagne in questione e il sequestro cautelativo sanitario di circa 6 tonnellate di macinato e carne dichiarati come carne bovina e di 2.400 confezioni di ‘Lasagne alla bolognese’ (appartenenti ad altri lotti di produzione) che saranno esaminate dagli istituti zooprofilattici. Proseguono intanto le operazioni di attuazione del piano ministeriale di controllo su tutto il territorio nazionale: i Nas hanno prelevato finora 292 campioni di 121 diverse marche sia presso gli stabilimenti di produzione sia nelle piattaforme e catene commerciali di distribuzione. Il numero di campioni acquisiti è dunque già superiore ai 200 richiesti dalla raccomandazione europea.
Nas, dna equino nelle lasagne fresche
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