Nasce il Consorzio di promozione della piadina romagnola, sostenuto da un gruppo di produttori in rappresentanza dell’intera zona di lavorazione consentita dal disciplinare, da Rimini a parte della Provincia di Bologna (9 comuni sul tracciato del fiume Sillaro), passando per Forlì-Cesena e Ravenna. I primi passi del Consorzio, presieduto da Elio Simoni, consistono in alcune iniziative per la valorizzazione del prodotto, soprattutto in seguito al traguardo del riconoscimento igp, per ora transitorio su scala nazionale, in attesa che si esprima in merito la Commissione europea. Una delle prime iniziative del Consorzio consisterà in una degustazione a Bruxelles davanti alla Commissione europea per illustrarne la storia e le caratteristiche. Il battesimo del fuoco per la piadina del Consorzio, comunque, è previsto a Vinitaly (Verona 7-10 aprile), dove la piadina romagnola sarà il ‘pane ufficiale’ al ristorante del Padiglione dell’Emilia Romagna.
In questa prima fase sono 14 le aziende artigianali o semi-industriali che animano il neonato Consorzio: Adp (Riccione), Alimenta Produzioni (Riccione), Compagnia della Piada (San Giovanni in Marignano – Rn), Piadina Le Vele (Bellaria Igea Marina), Riviera Piada (Rimini), Piada d’Oro (Saludecio – Rn), Acquamarina (Coriano – Rn), Alla Casalinga (Roncadello Forlì), Come una volta (Forlì), Gitoma (Bagnacavallo – Ra), Deco Industrie (Bagnacavallo), Gastone (Ravenna), Graziano Piadina Romagnola (Massa Lombarda), Negroni (Castel Guelfo – Bo). Sono peraltro in corso di valutazione nuove adesioni da parte di piccole e medie aziende del settore.
In Romagna, secondo le stime del Consorzio stesso, la produzione delle piadine ha raggiunto i 35 milioni di kg, per un fatturato di circa 70 milioni di euro, che salgono a 92 se si considerano le zone contigue di San Marino e dell’Emilia. A questi numeri vanno aggiunti i fatturati dei chioschi, diffusi in ogni angolo della Romagna e il cui giro d’affari è stimato in ulteriori 15-20 milioni di euro.
Tra i canali di acquisto del prodotto, il 76% avviene in gdo, il restante nell’horeca: la piada è ormai un prodotto nazionale, con il 32% nel Nord-Est, il 31% nel Nord-Ovest, il 18% al Centro, il 19% al Sud.
Quattro gli ingredienti base della piadina, secondo il disciplinare del Consorzio: farina di grano tenero; acqua; sale (pari o inferiore a 25 grammi); grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi. Per potersi fregiare dell’igp la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite. Il disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).
Piadina romagnola, al via il Consorzio in vista dell’igp
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