Esselunga, Caprotti dona Caprotti all’Ambrosiana

Esselunga, Caprotti dona Caprotti all’Ambrosiana

Al patron di Esselunga i calembours e i giochi di parole sono sempre piaciuti. Tanto da non rinunciarci neppure in occasioni quanto mai particolari, come la generosa donazione di un prezioso dipinto leonardesco a un museo milanese: ed ecco il Caprotti di Caprotti. Rappresenta una “Testa di Cristo” firmata dal Salaì o Salaino, pittore cinquecentesco, allievo e compagno di vita di Leonardo (lo adottò e tenne in casa fin da ragazzino), il più amato dal maestro nella cerchia dei suoi seguaci. Il Salaì si chiamava in realtà Gian Giacomo Caprotti.
E come dono di Bernardo Caprotti, entra oggi ufficialmente nelle collezioni della Pinacoteca Ambrosiana – uno dei musei più importanti di Milano, nato nell’aprile del 1618, quando il cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue e disegni alla Biblioteca Ambrosiana, che aveva fondato nel 1607 – la tavola autografa di Gian Giacomo Caprotti, che reca l’iscrizione “FE SALAI 1511 DINO” nell’angolo inferiore destro.
Bernardo Caprotti ha acquistato il dipinto nel gennaio 2007, nel corso di un’asta di Sotheby’s a New York, per 440mila dollari. Secondo Maurizio Zecchini, l’esperto che ha studiato la tavola dedicandole il volume “Il Caprotti di Caprotti” (Marsilio), ed Ezio Buzzegoli, restauratore dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, l’iscrizione potrebbe essere non una firma ma una dedica: nelle fattezze di Cristo, quindi, sarebbe ritratto lo stesso Salaì.
L’Ambrosiana è il museo che a Milano custodisce già diverse opere dell’artista fiorentino e di suoi discepoli: il Codice Atlantico, il “Musico” (unico dipinto su tavola dell’artista rimasto a Milano), numerosi disegni, tra cui i celebri ”Profili grotteschi”, e le illustrazioni del codice “De Divina Proportione” di Luca Pacioli, insieme a opere di altri noti artisti di scuola leonardesca quali Luini, Giampietrino e Boltraffio.

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