Nel 2012 sono stati venduti in Italia più di 217 milioni di litri di olio, per un valore di 850 milioni di euro. La categoria più venduta è l’extravergine, con il 72% del fatturato per 157 milioni di litri venduti. L’olio d’oliva si assesta intorno al 13% e l’olio con il marchio “100% italiano” raggiunge una quota del 12 per cento. Restano modeste le performance degli oli dop-igp e biologici. Rispetto al 2011 si evidenzia una leggerissima contrazione delle vendite, sia a volume, sia a valore (-1%). Le vendite, soprattutto di extravergine, si concentrano al Centro Italia e in Sardegna, dove si riscontra una progressione del 3% sia a volume, sia a valore. Nelle altre aree si osservano contrazioni abbastanza contenute con un dato positivo per il “100% italiano” nel Sud. Dai dati elaborati da Unaprol–Consorzio olivicolo italiano emerge che nelle vendite di olio extravergine primeggia la Lombardia con 24 milioni di litri venduti per un valore di 97 milioni di euro, seguita dalla Toscana con 16 milioni di litri per 60 milioni di euro e dal Lazio con 15 milioni di litri e 55 milioni di euro. Le vendite di oli dop e igp si concentrano prevalentemente nel Nord Italia: in pole position è ancora la Lombardia con quasi 738mila litri venduti per un fatturato di circa 8 milioni di euro. Anche le vendite di olio extravergine biologico raggiungono il top delle vendite in Lombardia con 483mila litri venduti per un fatturato di circa 4 milioni di euro. Buoni risultati anche in Veneto con 218mila litri venduti e un fatturato di 1,6 milioni di euro, in Emilia Romagna con 210mila litri e un fatturato di 1,7 milioni di euro e in Toscana con 206mila litri e 1,6 milioni di euro. Per quanto concerne il 100% italiano è la Toscana con 7 milioni di litri e un fatturato di 23 milioni di euro ad avere la prima posizione. I prezzi praticati nella gdo per l’olio extravergine tra 2011 e 2012 sono risultati sostanzialmente stabili.
“Sono 600 le filiere tracciate da Unaprol con circa 7mila aziende in tutta Italia già pronte per il mercato – commenta Massimo Gargano, presidente di Unaprol – In tale situazione di mercato permangono le difficoltà per il raggiungimento di un adeguato livello di redditività per gli olivicoltori che producono olio di qualità e non vedono adeguatamente remunerati i costi di produzione sostenuti. In questo senso, la nuova legge Mongiello, salva olio made in Italy, entrata in vigore lo scorso 1° febbraio, può contribuire a fare chiarezza sul mercato consentendo anche a quella parte dell’industria seria di questo Paese di contribuire ad aumentare il valore del prodotto che rappresenta nel vissuto dei consumatori il prodotto simbolo del made in Italy nel mondo”.
Olio, all’extravergine il 72% del fatturato totale
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