La private label non è solo garanzia di risparmio: ma anche di sicurezza e genuinità. Con questo leit motiv Coop Italia ha lanciato una campagna informativa sul controllo delle filiere e sulla correttezza delle etichette degli alimenti proposti con i propri store brand. Sotto la lente prodotti di filiere primarie e più a rischio frodi, a partire dal latte fresco, l’olio, il vino, la mozzarella di bufala, le conserve di pomodoro. Contro emergenze antiche e nuove sofisticazioni, Coop racconta il proprio presidio sulla sicurezza e qualità: un impegno rafforzato con l’acquisizione del gascromatografo evoluto Heracles, uno strumento in grado di “annusare” le sostanze volatili e assegnare al prodotto una carta d’identità. E’ la risposta di Coop per gli oltre 7,7 milioni di soci ai recenti casi di contraffazione alimentare, tanto più ‘probabili’ in tempi di crisi e di contenimento dei costi, quando la rincorsa al prezzo più basso può generare un abbassarsi anche dell’attenzione sui temi della qualità e sicurezza.
Si parte questo mese dal latte fresco Coop, per arrivare al pomodoro, alle uova, al vino (l’annata scarsa del 2012 aumenta il rischio di annacquamenti e adulterazioni), all’olio, fino alla mozzarella di bufala. Tutti prodotti esposti al rischio di contraffazioni e sofisticazioni, che nel campo del commercio sviluppano un fatturato vicino ai 10 miliardi di euro (solo in Italia).
Attualmente in Coop Italia 47 tecnici verificano qualità e fornitori per garantire i prodotti a a marca privata, ma anche i prodotti più critici a marchio dei fornitori. Dagli anni Ottanta (unico caso in Italia e tra i pochi in Europa), i controlli igienico-sanitari poggiano su un proprio laboratorio interno, impegnato anche nell’applicazione di tecniche in grado di leggere il dna di prodotti a rischio ( tra cui la carne e il pesce) e di stabilire se l’ingrediente corrisponde a quello dichiarato o se vi è una sofisticazione. Questa competenza è stata particolarmente utile nel recente scandalo delle carni di cavallo presenti nei prodotti dichiarati a base di bovino. Il laboratorio ha analizzato 262 campioni per verificare la corretta etichettatura delle referenze in vendita. Oltre a collaborare con diversi enti scientifici, Coop Italia si è dotata di recente, appunto, del gascromatografo evoluto Heracles, arrivato dalla Francia (attualmente uno strumento analogo è in dotazione solo in 2 poli universitari in Italia). Abbinato a un potente software di analisi statistica, Heracles è in grado di ‘annusare’ le sostanze volatili caratteristiche emesse da qualsiasi materia prima o prodotto e attribuisce di conseguenza una sorta di carta d’identità o ‘impronta digitale’ specifica del prodotto stesso. Così è possibile in tempi più brevi di quelli abituali distinguere un alimento conforme da uno adulterato: per esempio può essere utilizzata per valutare la provenienza geografica dei campioni analizzati e identificare le varietà vegetali utilizzate nei diversi prodotti (come l’olio extravergine d’oliva di diverse regioni italiane o il rapporto tra varietà arabica e robusta nel caffè).
Coop, campagna sulla sicurezza delle pl
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