Dopo sette mesi di continuo rallentamento, torna in lieve crescita l’inflazione a maggio, secondo le stime provvisorie Istat: il tasso annuo si attesta all’1,2% nel confronto con maggio 2012 rispetto all’1,1% di aprile. Il ritocco in su è dovuto ai prodotti alimentari, che crescono del +3,1% su maggio 2012 (ad aprile aumentavano del 2,7%) trainati da frutta fresca (+7,1% e +9,7% su anno) e vegetali (+9,8%), in salita a causa del maltempo.
Nel cosiddetto ‘carrello della spesa’, cioè il prezzo dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, le stime provvisorie vedono comunque la conferma della dinamica di aprile: +1,5% su base annua, con un calo mensile dello 0,1%. Secondo i calcoli dell’Istituto, l’inflazione acquisita per l’intero 2013 si porta all’1 per cento.
Nella dinamica, aggiunge l’Istat, “un contributo deriva inoltre dai rialzi dei prezzi dei trasporti (+0,5% su base mensile, +3,3% su base annua)”. Nel raffronto mensile, l’indice dei prezzi al consumo aumenta dello 0,1 per cento.
Contro il caro-prezzi ha giocato invece la dinamica dei beni energetici che diminuiscono dell’1,6% su base mensile e mostrano un’accentuazione della flessione su base annua (-2,3%, dal -0,9% di aprile). Questo andamento “è il risultato, in particolare, dei ribassi registrati per i prezzi di tutti i carburanti”.
“Nonostante il lieve aumento dei prezzi di maggio – commenta Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, in una nota ufficiale – l’inflazione rimane contenuta a un livello che permette di dare respiro alle famiglie, in grande difficoltà tra l’elevata pressione fiscale e gli allarmanti dati sulla disoccupazione”. L’Istat registra proprio ad aprile un tasso di disoccupazione pari al 12%, con un livello tra i giovani arrivato ormai al 40,5 per cento.
“La contenuta dinamica dei prezzi – continua Cobolli Gigli – riflette anche la debolezza dei consumi. Un equilibrio che potrebbe essere rotto dall’aumento dell’iva, previsto per legge a luglio 2013 e su cui il governo sta lavorando per evitarlo, che indurrebbe un ‘innaturale’ rialzo dell’inflazione, che a sua volta porterebbe un ulteriore peggioramento della domanda interna, una situazione che il Paese deve assolutamente evitare se vuole avviare un percorso di uscita dalla crisi”.
Istat, l’inflazione annua sale a +1,2%
© Riproduzione riservata