Conserve Italia è ancora più ‘green’: il gruppo cooperativo leader dell’ortofrutta trasformata (14.500 produttori ortofrutticoli, nove stabilimenti, di cui tre in Francia e uno in Spagna, 600mila tonnellate di prodotti lavorati, per oltre un miliardo di euro di fatturato) ha siglato un accordo con il ministero dell’Ambiente.
Obiettivo dell’intesa – firmata da Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia e di Confcooperative e da Corrado Clini, direttore del ministero dell’Ambiente – è la riduzione e l’eventuale neutralizzazione delle emissioni di CO2 del settore conserviero per produzioni di largo consumo, in un’ottica di Lca-Life cycle assessment dalla coltivazione alla distribuzione. Cominciando dall’analisi del ciclo di vita di tre prodotti Valfrutta altovendenti: Polpa di pomodoro Gran cubetti di giornata, Fagioli borlotti di giornata, Nettare di pera, la cui versione ‘green’ sarà in commercio dal 2014.
“Quella della sostenibilità ambientale – dichiara Gardini in una nota ufficiale – è una strada seguita con decisione dal nostro gruppo: per l’intera produzione Valfrutta utilizza già da tempo soltanto energia eolica in grado di coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica e di evitare così, ogni anno, l’immissione in atmosfera di oltre 13mila tonnellate di anidride carbonica”.
L’origine italiana delle materie prime, il controllo diretto dalla semina al confezionamento e i tempi di lavorazione ridotti consentono inoltre di preservare la freschezza dei frutti e degli ortaggi appena raccolti. “Per questi motivi – prosegue Gardini – Conserve Italia ha deciso di sottoporre all’analisi del ciclo di vita tre prodotti Valfrutta a larghissimo consumo: ossia polpa di pomodoro gran cubetti di giornata, fagioli borlotti di giornata, nettare di pera”.
“Un impegno volontario – dichiara Clini – attraverso cui Conserve Italia sceglie d’investire nel costante miglioramento della filiera di produzione. Sono più di 100 le aziende che collaborano con noi nel programma del ministero per la valutazione dell’impronta ambientale (carbon footprint e water footprint), per intraprendere pratiche virtuose in grado di diminuire le emissioni di gas serra nella produzione di beni e servizi, a favore della qualità ambientale e della competitività”.
Il comparto ‘food and beverage’ è indicato dalla Commissione europea come una delle aree su cui concentrare i maggiori sforzi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità: nel settembre 2011 la Commissione ha pubblicato una roadmap fissando per il 2050 una nuova linea d’azione in materia di efficienza delle risorse.
Il calcolo della carbon footprint è stato realizzato con il supporto tecnico-scientifico del Cesisp-Centro interuniversitario per lo sviluppo della sostenibilità dei prodotti dell’Università di Genova e con il supporto istituzionale del ministero dell’Ambiente.
“Questo progetto – afferma Gardini – rientra perfettamente nella filosofia di Conserve Italia, che, con la firma dell’accordo, rende ancora più concreto il suo impegno nella direzione dello sviluppo sostenibile. Gli sforzi congiunti dei 17mila soci agricoltori e degli operatori dell’industria alimentare per l’impiego di tecniche di produzione che fanno un uso efficiente delle risorse devono essere affiancati da scelte alimentari sostenibili da parte dei consumatori, che possono contribuire a ridurre gli sprechi e parallelamente ad aumentare la sicurezza alimentare a livello globale”.
Conserve Italia, life cycle assessment per tre prodotti core
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