Vino, l’export Italia a +15% a fine 2013

Vino, l’export Italia a +15% a fine 2013

Il commercio mondiale di vino chiuderà con valori ancora in crescita. Secondo le stime del Corriere Vinicolo, organo ufficiale dell’Uiv-Unione italiana vini, basate sull’andamento del primo semestre dei principali Paesi importatori ed esportatori, il totale 2013 si attesterà attorno a 35 miliardi di dollari (pari a 26,48 miliardi di euro), equivalente a una crescita del 5% rispetto al 2012. Tutti e tre i principali segmenti del mercato sono previsti in crescita: il tasso più alto (+10%) rimane appannaggio del vino sfuso, questo per via della salita vertiginosa dei prezzi dei prodotti della vendemmia 2012, che verrà diluito solo in parte dall’effetto calmieratore del raccolto 2013 previsto regolare un po’ in tutto il mondo. Crescita anche per i vini confezionati, a 24,9 miliardi di dollari (18,83 mld di euro, +5%), e per gli spumanti, il cui saldo finale dovrebbe oscillare attorno a +3-4%, a 5,8 miliardi (4,36 mld di euro) .
“Sono molto soddisfatto di questa situazione – commenta Domenico Zonin, presidente di Unione italiana vini, in una nota stampa -. che si avvia a essere positiva per il nostro settore, nonostante la difficile congiuntura economica  Pare che il comparto abbia tratto i più ampi benefici dalla riduzione dell’offerta avutasi un questi anni, generata in parte dall’effetto delle estirpazioni con premio in Europa e in parte da due annate scarse per via del meteo, trovando proprio nella difficile reperibilità del prodotto uno dei più validi alleati per ammortizzare gli effetti della crisi mondiale. Sarà interessante vedere come si riassesterà il mercato nel momento in cui i segni di recessione dovessero incominciare a essere meno pesanti e le vendemmie dovessero tornare a essere regolari. Quest’anno, con i primi timidi segni di ripresa economica in Europa e un raccolto abbondante un po’ in tutto il mondo, potrebbe fornire una stimolante preview del nuovo scenario”.

I trend pre e durante la crisi
Sul lungo periodo, pre e durante crisi, la spumantistica è il comparto che ha fatto più fatica a rimettere ordine nei propri conti: il ritorno ai livelli del 2008 si è fatto attendere cinque anni, mentre sfusi e confezionati hanno preso maggiore slancio, recuperando l’anno di picco più basso già dal 2010. Sotto processo è soprattutto lo champagne, la cui graduale ma troppo lenta ripresa continua a influenzare l’andamento generale della categoria, neutralizzando di fatto l’impulso dato dall’effetto prosecco. “Preferisco leggere al contrario la situazione della spumantistica – dice Zonin – dando invece il merito al prosecco di aver compensato la pausa di riflessione avuta dalle bollicine francesi”. Tra sfusi e confezionati, la scarsità di prodotto patita nel 2010 e nel 2012 si legge chiaramente come effetto diretto sull’impennata dei valori degli scambi: sul confezionato, tra 2010 e 2013 si guadagneranno circa 5 miliardi di dollari (pari a 3,78 mld di euro): da 20 a 25; sugli sfusi il saldo sarà positivo per 1,2 miliardi (pari a 908,57 mln di euro) da 4,6 a 5,8).

Sparkling: l’Italia guadagna spazio
Grazie al dinamismo del prosecco, l’Italia dovrebbe guadagnare ancora quote di mercato a livello mondiale. Secondo le proiezioni del Corriere Vinicolo, se l’Italia dovesse mantenere il ritmo di crescita registrato nel primo semestre, chiuderebbe l’anno a 900 milioni di dollari (681,49 milioni di euro circa) di esportato (+15%), ritrovandosi con 2 punti percentuali in più di share sul commercio globale, al 16%, contro una Francia che chiudendo a +2% di crescita annuale vedrebbe il suo peso ridursi di un altro punto percentuale, al 55 per cento.

Bottiglia: bene Italia, Usa e Sudafrica
Nel vino confezionato, l’Italia dovrebbe chiudere in terreno positivo (+6% a 4,7 miliardi di dollari), mantenendo la seconda piazza a livello globale, con una quota del 19%, guadagnando decimi di punto ai francesi, le cui performance nella prima parte dell’anno non sono state particolarmente brillanti.
L’onda dei produttori del nuovo mondo sembra in fase di rientro, con il solo Sudafrica a destare sorpresa, con una ripresa netta del commercio di vino confezionato (+27%), che dovrebbe portarlo di nuovo sopra il 2% di quota mondiale. Stasi invece per Cile, Argentina e Australia, in leggera crescita la Spagna, mentre gli Usa confermano lo stato di salute delle esportazioni registrato negli ultimi anni, con una quota sugli scambi mondiali che si avvicina al 5 per cento.

Gli scambi mondiali di vino

 

.000 dollari Usa

Var. 2013/12

Cagr  2008/13

Confezionato

24.893.911

+5,0%

+3,4%

Sfuso e > 2 litri

4.356.495

+10,0%

+8,5%

Spumanti

5.760.662

+3,7%

-0,4%

Totale

35.011.068

+5,4%

+3,3%

*Stime di chiusura 2013 – Fonte: Corriere Vinicolo. Cagr: tasso di crescita composto annuo
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