“Per essere competitivi, la scelta migliore è puntare sulla qualità, sulla trasparenza della comunicazione al consumatore, e sulla protezione dell’ambiente”. Lo ha detto oggi a Giavera del Montello (Tv) il direttore generale del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, giunto in visita alla Latteria Montello, azienda leader in Italia nel segmento premium del mercato stracchini con oltre 40 milioni di pezzi prodotti all’anno e 90 milioni di euro di fatturato, che ha di recente concluso il calcolo dell’impronta di carbonio (‘carbon footprint’) lungo tutta la filiera e durante le fasi di vita di alcuni dei suoi prodotti di punta a marchio “Nonno Nanni (lo stracchino Nonno Nanni 125 g, lo stracchino con fermento probiotico 125 g, la robiola Nonno Nanni 100 g e lo squaquerello Nonno Nanni 250 g), dopo aver partecipato al relativo bando del ministero dell’Ambiente. I risultati sono stati certificati a opera di un ente terzo, l’ente di certificazione Csqa (audit 27 marzo 2013) e Latteria Montello ha quindi deciso quali misure adottare per la mitigazione dell’impatto da CO2. “Le imprese che investono su qualità, trasparenza e ambiente – ha aggiunto Clini – sono le più competitive sui mercati internazionali, e questa impresa radicata sul territorio è un segnale molto positivo in una situazione economica che è molto difficile”. Silvia Lazzarin, responsabile marketing (nella foto), ha illustrato le tappe del percorso ambientale, condiviso con il ministero, durante il quale Latteria Montello è stata affiancata da Gruppo Rem, agenzia specializzata in green communication e consultancy.
“A suggello del progetto sviluppato sotto l’egida del ministero dell’Ambiente, questa visita è stata l’occasione di toccare con mano la nostra produzione e i risultati del progetto di calcolo della carbon footprint di questi quattro nostri prodotti – ha concluso Silvia Lazzarin -. Abbiamo poi presentato le misure adottate per ridurre e neutralizzare le emissioni. In Italia, tramite un progetto della Regione Veneto, siamo andati ad acquisire dei crediti ambientali per gestire in modo sostenibile le foreste di Mel in provincia di Belluno. E inoltre attraverso l’acquisizione di altre quote di compensazione, contribuiremo alla realizzazione di impianti per l’energia da biomassa nel Mato Grosso in Brasile”.
La produzione del latte alla stalla incide per la maggior parte delle emissioni: le mucche sono notoriamente grandi produttori di metano che deriva dal metabolismo della fondamentale microflora simbiotica del rumine e che permette all’erbivoro di nutrirsi. Il relazione a questo tema, il direttore generale Corrado Clini ha lanciato altri due progetti da realizzarsi con Latteria Montello in un prossimo futuro. “Un progetto pilota a livello nazionale per verificare la fattibilità della riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di metano degli allevamenti zootecnici della filiera lattiero-casearia – ha affermato Clini – e l’organizzazione presso questa azienda di un incontro delle imprese del Triveneto che lavorano con il ministero dell’Ambiente per l’analisi del carbon footprint nel settore agroalimentare”.
A Clini sono state illustrate da Latteria Montello anche tutte le altre procedure attivate negli anni per un maggior risparmio energetico, con importanti risultati per esempio nell’ambito della raccolta differenziata, dove la percentuale di imballaggi destinati al recupero è raddoppiata negli ultimi anni. Inoltre, Latteria Montello ha un impianto di trattamento dei reflui con depuratore biologico i cui residui vengono utilizzati in agricoltura grazie alla loro totale compatibilità ambientale.
Latteria Montello, filiera ecofriendly a prova di Ministero
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