Tra i format di vendita, l’unico immune dalla crisi si conferma il discount, che lo scorso anno ha registrato un aumento del numero degli store (+2,9% vs 2012) e delle superfici di vendita. E le performance delle sue pl vanno di conseguenza: così, per esempio, Lidl Italia ha rafforzato fatturato e margini anche grazie alla linea Deluxe di specialità e prodotti dop e igp, che solo fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile trovare nei punti vendita della catena tedesca.
L’italianissima Eurospin non commercializza marche industriali, ma solo brand propri (45 per l’esattezza) e sta per tagliare il traguardo dei mille punti vendita, attestandosi su una quota di mercato del 5%, con una redditività al mq di 5/6mila euro.
“Il rapporto con l’industria, come accade per molti discounter, è di vera partnership – dichiara a Food Romano Mion, ad di Eurospin – : i nostri fornitori sono aziende di medie dimensioni che molto spesso producono un’offerta di qualità senza investire in pubblicità e comunicazione consentendoci di preservare il potere d’acquisto dei consumatori”. La strategia seguita dalla catena è chiara: i prodotti devono esprimere qualità a minor prezzo tramite un assortimento che comunque assecondi le tendenze di consumo emergenti, come l’attenzione al benessere e all’ambiente. Nel piano d’espansione del gruppo c’è anche il presidio dei Paesi emergenti: a partire dalla Slovenia, dove Eurospin è presente già con 42 punti vendita, e rappresenta la porta d’ingresso per affermarsi nell’Europa orientale.