Materia prima, metodo di lavorazione e innovazione di pack e di prodotto: questi i tre asset principali su cui la famiglia Ferro ha giocato tutto per riconquistare il mercato con lo storico brand La Molisana. E a soli due anni dall’acquisizione, il gruppo fattura oggi 130 milioni di euro.
Tutta la gamma si è infatti gradualmente spostata verso la trafilatura al bronzo, le confezioni hanno puntato sul bianco e sulla trasparenza ma, soprattutto, imponenti investimenti hanno sostenuto un rinnovamento radicale dello stabilimento. “Certamente non possiamo dire di essere partiti da una situazione di vantaggio – spiega Giuseppe Ferro, amministratore delegato de La Molisana –. L’azienda era in perdita ed era quasi completamente uscita dal mercato, ma questa è stata la sfida: sapere di avere la possibilità di rilanciare un marchio che 30 anni fa era un top seller. Questo ha comportato ingenti investimenti nei comparti più delicati: in 24 mesi abbiamo investito oltre 12 milioni di euro, per un radicale rinnovamento delle linee di produzione, dei magazzini, della sala macchine e del confezionamento. Oggi abbiamo 10 linee produttive con una capacità di pastificazione di 444 tonnellate giornaliere, 18 linee di confezionamento, offriamo tutte le tipologie di packaging e abbiamo costruito magazzini automatizzati per 23mila posti pallet e 10mila posti pallet, creando una piattaforma logistica molto evoluta. Oggi abbiamo una gamma di circa 100 formati e una produzione interna di pasta all’uovo che rappresenta il fiore all’occhiello dell’azienda. Infine, un progetto che ci sta molto a cuore è quello della rigenerazione, che ci consentirà di ridurre le nostre impronte ambientali e risparmiare fino a 700mila euro l’anno”.
Le quote di mercato parlano da sole: l’azienda è cresciuta dallo 0,3% al 3,2%, con una media di poco più di un punto percentuale di mercato all’anno. Anche la produzione è passata dalle 20mila a 70mila tonnellate annue e le previsioni di fatturato del 2013 arrivano a 70 milioni di euro per il solo pastificio. Anche l’export fa la sua parte, con una crescita del +75% nel 2012 e del +60% nel 2013: inoltre anche i Paesi di esportazione sono passati da 30 a 50.
La novità del 2013 è stato lo Spaghetto Quadrato, lanciato lo scorso maggio e rivelatosi un top seller in soli sei mesi. Diversi sono nel frattempo i progetti in cantiere, tra cui la ricerca su altri cereali, che potrebbero essere interessanti per la produzione di paste funzionali.