La multinazionale di Atlanta fa ingresso nel colosso del caffè Usa di cui Lavazza è azionista dal 2010 con circa l’8% del capitale, quota che è stata ulteriormente incrementata grazie all’acquisto di un pacchetto da 1,4 milioni di azioni per un controvalore di 105 milioni di dollari (75 milioni di euro circa). Green Mountain sviluppa un sistema per la produzione dell’espresso o del cappuccino a capsule – il Keurig -, che ha un buon successo negli Usa e da cui, nei piani di Coke, dovrebbe nascere un’analoga macchina ‘da freddo’ per produrre a casa la celebre bevanda a base di cola grazie a una speciale cartuccia. Ovvero il superamento di lattine e bottiglie. Di questa inedita alleanza, approvata da molti commentatori finanziari americani, si giova enormemente anche Lavazza. È noto infatti l’interesse della società torinese per il grande mercato americano del caffè che “vale cinque volte quello italiano e cresce del 3-4% ogni anno” ha commentato Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza, il quale ha aggiunto: “Per noi si tratta del mercato più importante in cui investire e sul quale intendiamo incrementare la nostra dimensione nei prossimi anni”.
L’operazione Lavazza Green Mountain ha anche un enorme risvolto finanziario. Il pacchetto già in mano a Lavazza è contabilizzato in bilancio a 265 milioni di euro, che sommati ai 75 milioni di euro circa dell’incremento appena realizzato fanno 340 milioni per un pacchetto che attualmente vale circa un miliardo di euro.