Lo scorso gennaio Nestlé ha inaugurato a Tokyo la prima boutique monomarca di KiKat, uno dei suoi ‘billionaire brands’. Situato all’interno del department store Seibu di Ikebukuro, il negozio si caratterizza per un’offerta del tutto esclusiva: per esempio tre delle famose barrette – Sublime Bitter, Special Sakura Green Tea e Special Chilli – sono state create ad hoc e in limited edition in collaborazione con il maestro cioccolatiere giapponese Takagi. Altre varianti di KitKat in vendita sono Roasted Tea, Strawberry Cheesecake, Rum Raisin, Apple, Green Tea, Mandarin and Lemon, Azuki Red Bean Toast, Wasabi.
D’altra parte, i fan nipponici di KitKat già da tempo avevano solo l’imbarazzo della scelta fra Purple Potato, Cinnamon Cookie, European Cheese, Bean Cake Wasabi, varianti che si caratterizzano per un cioccolato dal colore verde pallido, rosa tenue o lilla, dall’aspetto e dal gusto assolutamente diversi da quelli di ogni altro Paese al mondo. Si tratta di varietà in vendita solo in certe regioni del Giappone, perché basate su ingredienti e sapori locali; come KitKat Kobe Pudding, reperibile solo nella città di Kobe.
Che KitKat sia un best seller mondiale è cosa nota: nel mondo si consumano 650 barrette di KitKat al secondo e in Giappone il brand risulta essere il cioccolato preferito dal 2012. “KitKat è quasi un prodotto culto in Giappone – ha commentato il global brand manager Stewart Dryburgh –, che è un mercato molto importante per noi”. Il lancio di varianti speciali, innovative e originali, studiate appositamente per incontrare il gusto per la sperimentazione e lo stile dei consumatori nipponici ha sicuramente contribuito al successo del brand nel Paese del Sol Levante. Ma anche il nome stesso del prodotto ha forse giocato a proprio favore: KitKat richiama il giapponese ‘kitto katsu’, che significa ‘di sicuro vincerai’.
Nestlé apre la prima boutique KitKat in Giappone
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