Il primo trimestre 2014 porta ancora il segno meno. Archiviato un 2013 che, seppure complesso, ha confermato una maggiore tenuta dell’agroalimentare rispetto agli altri settori, questo primo squarcio d’annata è ancora condizionato dalla diminuita capacità di spesa delle famiglie che ha portato a un’ulteriore contrazione dei consumi alimentari (meno 1% in volume su base annua, meno 2,3% la spesa, secondo i dati Ismea/GFK-Eurisko relativi ai primi due mesi del 2014).
Conferma queste dinamiche il Rapporto AgrOsserva, a cura di Ismea e UnionCamere.
Come nel 2013, la riduzione della spesa in alimenti e bevande superiore a quella dei volumi è segno evidente delle strategie di risparmio messe in atto, in chiave anticrisi, dalla famiglie e delle maggiori pressioni promozionali presso i punti di vendita della gdo.
In attesa di verificare gli esiti delle misure di sostegno al reddito, al momento sono solo i settori del manifatturiero più export oriented a manifestare una discreta vivacità, cogliendo gli stimoli di crescita dei mercati internazionali.
L’export si conferma infatti come l’unica boccata d’ossigeno per l’offerta nazionale, anche se la crescita delle esportazioni dell’agroalimentare italiano sta registrando una progressiva decelerazione: dai tassi a due cifre del 2010 si è passati a un incremento inferiore al 5% nel 2013 sino a registrare, in apertura del 2014, una leggera flessione (-0,6% a gennaio 2014 su base annua).
Tuttavia, il miglioramento della fiducia presso le imprese e i consumatori potrebbe portare qualche schiarita nei mesi a venire, anche in previsione di un graduale ma progressivo recupero del Pil. Alla virata positiva del prodotto interno lordo nell’ultimo trimestre del 2013, dopo ben nove trimestri consecutivi di riduzione, hanno contributo, infatti, sia il settore agricolo, sia, nell’industria, la componente alimentare, a fronte di un’ulteriore contrazione delle costruzioni e di una stabilità dei servizi.