“Fra 10 anni non sarei sorpreso se l’euro non ci fosse più”, con questa dichiarazione choc Andrea Boltho – docente presso il Magdalene College di Oxford – ha concluso il suo intervento dal titolo: “Europa: troppi divari, troppi squilibri. Può l’Euro sopravvivere?” tenuto a Linkontro Nielsen.
Il docente ha ricordato le promesse dell’euro ulteriore integrazione economica e quindi maggiore trasparenza nei prezzi, un aumento degli scambi, un mercato di capitali più ampi e aperti, un’ulteriore convergenza economica tra paesi ricchi e poveri.
Oggi, tutte le promesse si sono avverate, salvo una: il differenziale dei redditi nella zona euro
A seguire Boltho ha avviato un elenco degli attuali squilibri: il debito Pil/Famiglia nei Paesi del Sud è esploso dopo l’euro; la produttività in Germania e Francia è cresciuta mentre in Italia è diminuita. Ma il dato più preoccupante riguarda la disoccupazione: per i Paesi del Nord il tasso è rimasto praticamente identico – 5%- mentre quello del Sud Europa ha raggiunto percentuali del 20 per cento. “Con questi divari si può avere un’unione monetaria?”, si è domandato l’economista.
Gli ulteriori divari tra Nord e Sud Europa che stridono – per Boltho – sono il sommerso, la corruzione e la presenza/assenza di Stato di Diritto.
Differenze che rendono molto difficile un’unione politica, oltre che monetaria, privando quindi l’euro di quelle basi che ne garantirebbero la futura solidità.