Dopo mesi di voci e indiscrezioni, arrivano le prime conferme ufficiose. L’insegna francese è pronta a lasciare il mercato indiano, nonostante un piano di sviluppo che mirava a proiettarla tra i leader della distribuzione. A spingere verso l’exit strategy ci sarebbe anche l’esito delle recenti elezioni politiche, con l’affermazione del fronte nazionalista, considerato poco aperto verso investitori stranieri. Si teme insomma una radicale marcia indietro rispetto alla riforma legislativa del 2012, che aveva concesso il disco verde all’espansione dei rivenditori internazionali. Proprio il risultato delle urne, del resto, starebbe già spingendo i partner locali a rialzare le pretese economiche, rendendo così più problematici i programmi nel Paese. In particolare, Carrefour nelle ultime settimane ha registrato il fallimento delle trattative per un accordo di joint venture con il colosso indiano Bharti Enterprises. Per smobilitare gli asset, quindi, il retailer d’oltralpe avrebbe incaricato la società Kpmg, cominciando inoltre ad avviare le procedure per il licenziamento del personale. Da piazzare ci sono cinque punti vendita cash and carry, di cui l’ultimo inaugurato a Bangalore appena sei mesi fa. L’intera vicenda conferma la difficoltà di imporsi nel mercato indiano, nonostante l’enorme potenzialità dello scenario. Dunque non si esclude affatto un possibile rilancio degli investimenti, quando le condizioni saranno più favorevoli. Intanto i riflettori adesso sono puntati anche sulla britannica Tesco, che due anni fa ha lanciato un analogo progetto di sviluppo. Carrefour, dal canto suo, nell’ultimo biennio ha già fatto retromarcia da altri cinque Paesi, tra cui gli asiatici Malesia e Singapore.
Carrefour pronta a lasciare l’India
L’affermazione dei nazionalisti alle elezioni e i difficili rapporti con i partner locali spingono il retailer verso l’exit strategy
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