I nipponici di FamilyMart lo chiamano ʻcombo styleʼ. Il concetto, del resto, è allo stesso tempo semplice e innovativo, ma anche piuttosto efficace per provare a distinguersi in un mercato affollato come quello del Paese asiatico. Tutto ruota intorno all’idea di abbinare i format con servizi aggiuntivi, proposti da player dinamici di altri settori, pronti ad espandere la loro rete in partnership con la grande distribuzione. L’obiettivo, insomma, è quello di attirare un numero maggiore di visitatori, senza però innescare una concorrenza diretta con la propria offerta. Già lo scorso aprile il rivenditore del Sollevante ha inaugurato a Tokyo il primo progetto pilota di convenience store ibrido, che prevede all’interno delle sale dedicate al karaoke, gestite dalla società Dam, specializzata proprio in questo ramo dell’entertainment. I clienti possono accedere agli spazi e consumare all’interno anche cibi e bevande acquistate nel negozio, nonché dilettarsi quindi in performance canore. Un’iniziativa che, secondo i programmi annunciati dal management aziendale, entro tre anni coinvolgerà altri trenta punti vendita. Non si esclude, intanto, che le aree attrezzate per cantare possano essere allestite anche direttamente tra gli scaffali. L’ultima mossa del retailer giapponese, che possiede circa diecimila punti vendita nel territorio nazionale, è però l’accordo con la catena Fujio Food System. L’intesa prevede l’integrazione di cinquecento minimarket con piccoli ristoranti interni, da venti o trenta posti a sedere. I piatti serviti saranno quelli della cucina tipica giapponese, con prezzi estremamente competitivi e numerose ricette che rimandano a prodotti acquistabili nello store adiacente.
FamilyMart, la spesa si fa cantando
Sale per il karaoke e ristoranti di cucina locale. Così il retailer giapponese propone un nuovo modello di format store
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