C’è carne al fuoco e ce ne sarà sempre di più. A dispetto del fatto acclarato che i mercati alimentari saranno più volatili a causa delle condizioni metereologiche in molte aree geografiche del mondo e alle tensioni politiche che stanno sconvolgendo le popolazioni del Mar Nero, la produzione della carne è destinata ad aumentare sensibilmente, attestandosi a 311,8 milioni di tonnellate, facendo segnare un + 1,1% rispetto al 2013. Sono queste alcune delle previsioni per il 2014 della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Nell’ultimo Food Outlook, pubblicato all’inizio del mese di maggio, gli esperti hanno evidenziato i trend che caratterizzeranno la produzione agroalimentare del prossimo anno. Tra i vari comparti, quello della carne sembra resistere meglio alla crisi economica mondiale, riflettendo la crescita dei paesi in via di sviluppo, da cui proviene principalmente la domanda globale di questi prodotti.
“Negli ultimi tre anni almeno – dichiara Michael Griffin della Fao – il livello dei prezzi della carne si è mantenuto abbastanza alto. Questo dato è di sicuro il risultato di una domanda molto forte. Prevediamo che la produzione mondiale di carne aumenti modestamente nel corso del 2014, superando i 300 milioni di tonnellate, grazie soprattutto alle richieste che arrivano dai paesi in via di sviluppo, che ne sono diventati grandi consumatori”. Tuttavia, mentre crescono le importazioni in questi territori, le performance dei mercati dei paesi sviluppati, Stati Uniti e Unione europea in primis, potrebbero rimanere sostanzialmente invariate, con una limitata crescita delle esportazioni, rappresentate per il 47% proprio dalle economie emergenti.
“Con particolare riferimento all’Europa – continua Griffin –, la produzione subirà un piccolo aumento, arrivando a toccare, peso carcassa equivalente, i 45 milioni di tonnellate, mentre le importazioni rimarranno stabili e le esportazioni potrebbero leggermente diminuire, toccando i 3 milioni di tonnellate”. Nell’Unione europea a farla da padrone è il mercato del pollame, che rappresenta il principale tipo di carne importata, circa il 50% del totale: alla base della sua crescita c’è di sicuro anche la competitività di prezzo rispetto ad altri tipi di carne a livello internazionale. Bene anche nell’export, anche se in questo caso il 64% del totale è rappresentato dalle carni suine. Il Vecchio continente si conferma anche il terzo più grande produttore di carni bovine del mondo con 7,4 milioni di tonnellate.