A crocchette e bocconcini non si rinuncia nemmeno in tempo di crisi. “Il contesto economico non ha avuto ricadute eccessivamente negative sul nostro comparto – afferma Luigi Schiappapietra, presidente di Assalco –, perché i pet sono considerati membri della famiglia a tutti gli effetti e l’acquirente di petfood non è disposto a rinunciare ad alimenti correttamente bilanciati, sani e studiati appositamente per le esigenze del pet. L’89% dei proprietari, secondo quanto emerge dalla ricerca condotta da Iri, non è disposto a fare rinunce in merito agli acquisti per il proprio animale e il 30% dichiara di non aver modificato il comportamento a seguito della crisi economica”Andando ad analizzare l’andamento del mercato nel 2013 si osserva che la crescita degli alimenti per cane e gatto nella gdo è stata del +2,5% a valore; a volume si è registrato, invece, un calo dell’1,2 per cento (dati Iri, anno terminante dicembre 2013). Crescite a valore dunque leggermente superiori a quelle del 2012 e perdite a volume leggermente più contenute. La crescita del petfood è in linea con quella del petcare nel suo complesso ed entrambe sono molto al di sopra del tasso di crescita del fatturato complessivo della gdo.
Gli alimenti per gatto realizzano circa 531 milioni di euro e coprono il 63% del fatturato, gli alimenti per cane circa 306 milioni di euro. Più simili i dati sul fronte dei volumi dove il petfood per gatti supera di poco il 50%. Il motore della crescita è rappresentato dal segmento snack sia per cani che per gatti, che cresce con tassi a due cifre. Gli alimenti per gatto coprono il 63,3% del fatturato e mostrano performance tendenzialmente positive a eccezione del segmento umido che è in leggera flessione a volume (‐1,4%). Gli alimenti per cane coprono il restante 36,7% a valore e hanno performance positive influenzate dalle dinamiche degli snack (+10%) e del segmento degli alimenti secchi (+2,4% a valore). Un dato interessante riguarda il packaging, in particolare la bustina, che evidenzia una crescita del 10,9% a volume e dell’8,8% a valore e che pone in risalto il successo dei formati monoporzione di fascia premium.