In un recente convegno che ha coinvolto il viceministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, e il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, si sono adottate misure concrete per sfruttare meglio quella preziosa rete commerciale e di promozione del made in Italy di qualità che sono i ristoranti italiani in giro per il mondo. In collaborazione con Rina (ente italiano di certificazione), Coldiretti e Unioncamere, si è deciso di procedere con forza sul modello del progetto ‘Ospitalità italiana’, che ha già portato a certificare come realmente made in Italy oltre 1.000 ristoranti in 58 paesi del mondo (su oltre 100mila che si professano tali). Forte, anche in vista dell’Expo, la strategia di ‘difesa’ dei 264 prodotti italiani dotati di Dop e Igp. Ma basterà per arginare l’emorragia dell’italian sounding, che oggi ci provoca una ‘ferita commerciale’ superiore a 60 miliardi di euro?
Il Mondiale dell’italian food
L’hanno chiamato ‘fischio d’inizio per il Mondiale dell’agroalimentare italiano’, perché si tratta di ulteriore grande spinta all’italian food sui mercati internazionali.
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