Gli indizi c’erano proprio tutti. A cominciare dal 2011, anno di lancio del servizio di pagamento via Nfc, per finire a pochi mesi fa, con l’acquisizione di Channel Intelligence, la piattaforma di e-shopping usata tra l’altro da Target e Best Buy. Se l’ingresso di Google nel commercio elettronico non è certamente una notizia inattesa, a destare scalpore resta piuttosto la strategia scelta dal gigante di Mountain View. La sfida all’everything store di Amazon, infatti, passa per un modello di e-commerce molto diverso da quello che ha decretato la fortuna della creatura di Jeff Bezos. Niente magazzini o centri di distribuzione, né tantomeno il coinvolgimento di venditori esterni. Con Shopping Express, Google punta su un’organizzazione più leggera, capace di sfruttare al massimo la posizione di leadership nelle ricerche online, in modo da estenderla anche al cosiddetto product search.
Nel concreto, Google prende in carico tutta la gestione della filiera, recapitando in poche ore la merce prelevata direttamente dai magazzini dei fornitori. Attualmente il servizio è attivo solo a New York, West Los Angeles e San Francisco, dove sono stati già stipulati accordi con player del calibro di Costco, Target e Whole Foods. L’obiettivo, però, è quello di ampliare il progetto anche fuori dagli Stati Uniti, attraverso un piano di investimenti capace di ribaltare gli equilibri nel settore, con un occhio di riguardo al mercato europeo. Secondo fonti interne alla società, del resto, nelle prossime settimane verrà stanziato un primo finanziamento di circa 500 milioni di dollari, destinato all’allestimento di una flotta per i trasporti. Una valida strategia per superare la concorrenza di Amazon, inoltre, potrebbe riguardare l’abbattimento dei costi delle consegne, tramite abbonamenti annuali e promozioni gratuite. A quando in Italia?