Carpe diem

Da qualche giorno tra gli esperti di comunicazione non si parla d’altro: sono arrivati i dati di quello che è stato definito l’evento più ‘social’ di tutti i tempi, i Mondiali di calcio, e i numeri, benché immaginabili, sono risultati comunque sorprendenti
Carpe diem

In un bel reportage appena pubblicato sulla rivista media Engage, si parla di un evento che ha generato qualcosa come 350 milioni di fans attivi e 3 miliardi di interazioni su Facebook, quanto a Twitter si sono registrati 35,6 milioni di tweet solo nella semifinale Brasile-Germania. Interessante, a questo punto, capire come le imprese hanno sfruttato questo enorme ‘serbatoio’ di potenziali clienti ‘always on’ raggiungibili quasi a costo zero. La grande vittoria in questi Mondiali l’hanno portata a casa i brand che hanno seguito minuto per minuto l’evento, condividendo e commentando ogni momento rilevante con la stessa prontezza di un fan che ne parla con la sua cerchia di amici, trasformando in una battuta ironica e ‘virale’ l’aggancio tra quanto si stava vedendo e i loro prodotti. Qualche esempio? A livello mondiale è stato esemplare il caso di McDonald’s, che un istante dopo il famigerato morso di Suarez a Chiellini ha invitato Suarez a farsi un boccone di Big Mac in caso avesse avuto ancora ‘fame’ o, per venire in Italia, di Milka, che ha invitato tutti a mordere cose più tenere, mostrando il suo cioccolato o ancora di Barilla che dopo la partita contro l’Uruguay ha twittato: “ci hanno cotti in 90 minuti” e, al rientro della Nazionale, ha mostrato l’immagine di dodici maccheroni, uno dei quali morsicato. Engage ha calcolato che Barilla, grazie al rimbalzo di messaggi su Twitter e Facebook, abbia raggiunto 6 milioni di utenti e registrato 8 milioni di impression. Insomma, la sensazione è che la partita della comunicazione le imprese se la giochino con le stesse dinamiche dei giocatori in un quiz televisivo: vince chi è più veloce a rispondere. E dice la cosa giusta.

 

Maria Cristina Alfieri

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