Dal quartier generale di Pleasanton in California, le nuove direttive sono tutte orientate ad accelerare i piani di sostenibilità dell’insegna. Oltre alla sensibilità ecologista, del resto, su questa scelta gioca un ruolo determinante anche il fatto che lo Stato della costa occidentale sta attraversando una delle più gravi siccità dell’ultimo secolo. Dunque, il piano ecofriendly appena varato da Safeway mira ad anticipare gli obiettivi green programmati in passato dal retailer, attraverso una serie di interventi ad hoc. Il primo, non a caso, riguarda il risparmio idrico, con l’implementazione delle torri di raffreddamento ad acqua nei centri di distribuzione e sostanziosi investimenti nella formazione del personale. Finora queste misure hanno consentito di realizzare un risparmio di circa 1,2 milioni di litri, evidentemente non ancora sufficiente in un contesto di piena emergenza. Entro la fine del 2015, inoltre, la catena si è prefissa di eliminare carta e sacchetti di plastica dai supermercati, nonché di rendere a rifiuti zero l’intera rete dei suoi impianti di produzione e trasformazione alimentare. Nella strategia del player, il vero driver è diventato quello di convertire i punti vendita al modello del green building, nell’ottica di ottenere anche le certificazioni Leed, grazie alla realizzazione di misure per migliorare l’efficienza energetica. Un valido contributo, in tal senso, arriva anche dall’installazione delle turbine eoliche accanto ai centri di distribuzione, per le quali Safeway ha avuto un ruolo da pioniere negli States. Altre best practice riguarderanno l’estensione del piano di riciclo dell’olio da cucina e la graduale sostituzione dei mezzi della flotta con camion alimentati a gas naturale.
Safeway, avanti con l’impegno eco
Spinta anche dalla drammatica siccità in California, la catena ha fissato nuovi e più ambiziosi traguardi di sostenibilità
© Riproduzione riservata