Anche nella vicina Spagna occorre fare i conti con la crisi. E ad affrontare meglio le rinnovate esigenze di un consumatore che cambia sembra sia stato il format dei supermercati, che veicolano il 43,3% delle vendite valore, in crescita di quasi un punto percentuale. Lo fa sapere la rivista di settore Alimarket. Merito dell’innovazione strutturale messa in atto dalle principali catene, tra cui Mercadona, Dia, Eroski-Caprabo e Condis, che hanno saputo coniugare la necessità di nuove formule commerciali con quella di spingere la domanda in un contesto che vede ancora una stagnazione del largo consumo sui 43.917 milioni di euro (dati Iri), in leggero ribasso dello 0,1 per cento. In generale, la quota di acquisti annuali effettuati dalle famiglie spagnole presso supermercati e libero servizio è aumentata del 2,7%, per raggiungere 1.986,4 euro. A farne le spese, come in Italia, le grandi superfici, in particolare per l’alimentare. I supermercati spagnoli hanno infatti saputo coniugare al meglio l’esigenza di prezzi economici, attraverso private label e promozioni, con quella di prossimità, altrettanto sentita dal consumatore locale. Un trend che ha premiato, per altri versi, anche i discount. La marca privata, in particolare, ha guadagnato un altro 0,9% e ormai in Spagna tocca i 38 punti percentuali a valore (dati Nielsen). Ma accanto a pl e promozioni, che anche nel paese iberico stanno ormai portando a un allineamento verso il basso dei prezzi (e dei margini), i supermercati e i discount (e in particolare le insegne Mercadona, Lidl, DIA e Consum) hanno saputo soddisfare al meglio la ricerca di prodotti freschi, che in Spagna rimane uno dei principali driver nella scelta della superficie dove fare la spesa.
Spagna, piacciono i supermercati
Nella penisola iberica, la crisi premia il format di prossimità e i discount, a discapito degli ipermercati
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